28 Dicembre 2020

Neve

Francesco Zucchi
Neve

La neve, ad Assisi, rende gli abitanti spettatori di una candida metamorfosi che li ha sempre portati a vivere con gioia questo magico evento, sconvolgendo qualsiasi piano previsto per la giornata. Oggi però, a causa delle sempre più scarse nevicate, tutto ciò avviene con sempre meno frequenza.
Sono i ricordi ed i racconti che ci riportano ai tempi in cui gli inverni facevano sentire tutta la loro forza, così come le stagioni rispettavano il loro carattere. Memorabili erano le copiose nevicate di alcuni decenni passati: riprese sgranate e fotografie sbiadite mostrano non solo un paesaggio incantevole, ma ritraggono fra i tanti giovani, i più intrepidi, gli sciatori. Con sci in spalla risalivano il monte Subasio, raggiungendo, dopo qualche ora di cammino, l’ambito “pendio degli Stazzi”. Giunti alla cima, dopo aver battuto la pista, si lanciavano dritto per dritto, per poi arrestarsi alla fine, chissà grazie a quale principio della fisica. A fine mattinata, arrivato il momento del meritato recupero calorico: si rifocillavano nel rifugio sciistico arrabattato, con grigliate di salsicce e spuntature accompagnate da un buon vino rosso. Nel corso degli anni, l’acquisto di una rudimentale manovia (di cui la lunghezza della fune, per avere un’idea, oggi coprirebbe la distanza che va dalla tabaccheria di Marcello sita a Fontebella fino a piazzetta Garibaldi o poco più), permise agli “atleti” di risparmiarsi risalite a piedi dopo ogni discesa. E non si può non citare quella volta in cui, data l’eccezionale nevicata, alcuni arditi sciarono dagli Stazzi fino a San Pietro per poi raggiungere “Baita Bibiano”.
Questi racconti, lasciando ai nostalgici adulti e alla curiosa gioventù un po’ di amaro in bocca, ci fanno sperare che il Natale 2020 possa regalarci una meritata sorpresa.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Neve è il latino nivem (di origine indoeuropea), con passaggio della i breve del latino alla e tonica chiusa dell’italiano. Dal sostantivo nivem, in latino parlato si formò il verbo nevicare che andò a sostituire il più difficile ninguere; tuttavia, ancora in alcune zone dell’Italia centrale, compresa la nostra, si è continuata e sopravvive la forma nengue, che vuol dire semplicemente ‘nevica, sta nevicando’.

Suggerimento musicale a cura di Roberto Vaccai

Dolce e ammaliante “Willin” rimane uno dei classici più notevoli di tutta la musica americana.

Ascolto: Willin’

Lowell George

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