Guardando le vie e le piazze di Assisi che già brillano per le tradizionali luci natalizie e per i moderni nuovi allestimenti, riaffiora alla memoria il ricordo di come la città abbia una tradizione piuttosto consolidata negli addobbi luminosi. Negli anni ‘70, per esempio, oltre al tradizionale albero in Piazza del Comune, si allestiva una grande Stella Cometa sopra il “mastio” della Rocca Maggiore che era ben visibile nella notte dalla vallata sottostante: probabilmente primo esempio in Umbria di una decorazione di quella ampiezza. Poi si è arrivati ad utilizzare le più tradizionali strisce luminose per le vie, fino al recente uso delle tecnologiche e sofisticate videoproiezioni sulle facciate degli edifici che, pur tra alcune critiche, stanno riscuotendo molto interesse e successo.
Quest’anno sarà un Natale molto particolare: qualcuno ha voluto ricordare come forse sarebbe stato meglio non addobbare la città – dato che non molti potranno ammirarla – e utilizzare diversamente i soldi spesi. Altri hanno affermato che nonostante tutto bisogna essere vitali e mantenere la tradizione, anzi migliorarla ed arricchirla, proprio per contrastare i pensieri tristi di questo periodo. Avuta la meglio la seconda ipotesi, emotivamente parlando le luminarie natalizie hanno innegabilmente il magico potere regalare un po’ di gioia. Camminando per le strade è impossibile restare indifferenti ai giochi di luce e agli allestimenti che brillano nel buio.
Ma al di là dei contenuti sentimentali, le luminarie possono ricordare anche un altro significato più profondo: quello della valenza simbolica di un percorso interiore di ricerca e di “illuminazione”, culturale e/o mistica, da prendere seriamente in considerazione nella vita di ciascuno al di là di quello puramente materiale.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Luminarie, che indica quelle ‘illuminazioni pubbliche realizzate in occasione di feste religiose o civili’ (ed estensivamente ‘grande quantità di luci’), proviene dal latino tardo luminaria, a sua volta da luminare, derivato di lumen, luminis ‘lume’, dalla radice indoeuropea luc– ‘splendere’. La voce è attestata già nel latino medievale col significato di ‘processione svolta con lumi accesi in onore di un santo’.
Suggerimento musicale a cura di Roberto Vaccai
Dal disco “Shadows and Light”, un esempio perfetto di musica senza confini. In questo straordinario concerto la canadese Joni Mitchell si avvale di una vera e propria super band di stelle del jazz.
Ascolto: In France they kiss on Main Street
Joni Mitchell