Nel Libro dei Mutamenti I Ching, la sapienza cinese indica il Lago come “la figlia minore del Cielo”: la figlia guarda al padre, in una direzione ascendente, per raggiungere la dignità interiore e la piena realizzazione di sé.
Per noi umbri, gente poco avvezza al mare, la gita domenicale al lago ha rappresentato, per lungo tempo, uno svago alternativo e imperdibile.
Tra i vari specchi d’acqua di cui è puntinato il nostro territorio regionale, il Trasimeno è il riferimento di quanti abitano le zone del centro-nord. E la nostalgia di quelle gite “a km 0” inanella i ricordi…
Il rito dei preparativi iniziava di buon ora, dovendo collocare in equilibrio, sul portabagagli, ombrellone e sedie-sdraio, mentre, stipati tra i passeggeri, già fasciati dal costume da bagno sotto il prendisole, trovavano posto le borse termiche con il pranzo, cibo in verità poco adatto al consumo sulla spiaggia, ma era quello del giorno di festa, dunque irrinunciabile!
La mattinata, sul ghiaioso litorale, trascorreva velocemente, dovendo acquartierarsi con tutto ciò che si era trascinato da casa; più pigre e avvampate le ore del meriggio, di divertimento e distensione, sulle note del juke-box, prima del mesto ritorno.
Stesi al sole dardeggiante o a mollo nell’acqua iridescente, si ammirava il lento procedere del traghetto che approdava all’isola Polvese: Agylla il suo nome, che evocava remoti paradisi tropicali! In realtà il riferimento era molto più nostrano: un’antica fiaba umbra, infatti, narra dell’amore tenero e impossibile tra la bella ninfa delle acque Agylla e il mortale Trasumenus.
Ma noi non l’avevamo mai sentita raccontare…
Ora che le distanze si son fatte più brevi, si preferisce forse una gita al mare, mentre turisti e stranieri si beano delle tante attrattive del nostro lago!
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Lago, ‘bacino di acqua dolce’, proviene dal latino lacum, voce di origine indoeuropea (e nel passaggio in italiano la sorda -c- diviene la sonora -g-, al contrario di quanto accade nei derivati di tradizione dotta, come ad esempio lacustre). Una curiosità: un altro derivato di lacum è la forse inaspettata lacuna che tra gli altri significati, dall’originario ‘cavità’, in filologia indica uno spazio vuoto nel testo.
Suggerimento musicale a cura di Dionisio Capuano
The Lake – Wildbirds & Peacedrums [Rivers, 2000]
Marian e Andreas fanno invidia. Belli, innamorati e talentuosi. Musica di sintesi la loro, dove potrete ritrovare soul, blues e tribalismo post-moderno.