17 Marzo 2021

Handicap

Gino Bulla
Handicap

Per chi, venendo da altrove, si trova ad installarsi in Assisi, l’ammirazione per la bellezza del luogo e la soggezione al suo fascino sono sentimenti preponderanti e permanenti. Ben presto, però, ad essi si affianca la progressiva coscienza che vivere ad Assisi comporta inattesi handicap collettivi. Qualche esempio?
Essendo in collina sembrerebbe una cosa naturale, ma molti per ragioni fisiche e per aver perduto l’abitudine a camminare ne soffrono, e vengono così incoraggiati dicendogli “dai, poi viene la discesa”. E la difficoltà di trovare un posto macchina nel centro storico (a meno di risiedervi con diritto a un permesso per la sosta), se non a pagamento? Una conseguenza che si  sta creando è la trasformazione dei bei giardini e orti in garage per le macchine.
Per chi ne ha avuto l’abitudine la nostalgia del mare è forte, e allora si sente il bisogno di andare, anche in gruppo, verso il mare, per poter godere del pesce fresco e se d’estate anche di qualche bagno marino. Chi ha fatto l’esperienza della navigazione come lavoro lo ha vissuto e lo vive come una liberazione.
La centralità del turismo come ricchezza economica ha riempito Assisi di negozi con oggetti da regalo, con il grande handicap corrispettivo della mancanza quasi totale di negozi con altri prodotti. Piccoli servizi come fare la copia di una chiave, comprare una lampadina o simili diventano grandi avventure, per chi vive ad Assisi centro. Bisogna andare nelle frazioni cittadine, che per gli assisani sono “campagna”, e quindi prendere la macchina o l’autobus e spendere un certo tempo.
Ultimo, ma non per importanza, è l’handicap per le donne che non possono avere figli nati in Assisi, almeno che non nascano in casa, da quando l’Ospedale ha perduto il reparto nascite.
Eppure… è bello vivere ad Assisi.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Handicap è voce inglese, alterazione della locuzione hand in cap, e in origine infatti era un tipo di gioco d’azzardo che consisteva nell’estrarre con la mano delle monete da un cappello. Passò alla terminologia sportiva (in particolare ippica), per indicare in una gara l’assegnazione di vantaggi e svantaggi ai singoli concorrenti in base alle possibilità di vittoria di ciascuno. Da qui assunse il senso estensivo di ‘condizione svantaggiata rispetto ad altri’.

Suggerimento musicale a cura di Ezio Ranaldi

L’handicap di “cabarettista” mancato di un laureando in medicina, che scrive una canzoncina con un testo che anticipava i tempi del covid.

Ascolto: Un Miliardo di Bacilli – Esecutore e Autore: Ezio Ranaldi

http://www.teche.rai.it/2013/06/ezio-ranaldi-in-za-bum-del-1965/

Seguici

www.assisimia.it si avvale dell'utilizzo di alcuni cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore se vuoi saperne di più clicca qui [cliccando fuori da questo banner acconsenti all'uso dei cookie]