10 Marzo 2021

Estraneità

Gianfranco Alagna
Estraneità

La parola estraneità può prestarsi bene a descrivere lo status di un residente (magari da decenni) non Assisano. Perché protegge la sua precedente esistenza e lo (o la) espone solo per quella che viene percepita dai suoi nuovi conoscenti, non avendo un passato in comune con loro.
Sono molti che, arrivando ad Assisi per stabilirvisi (per le più varie ragioni), chiudono in un cassetto la propria storia personale, affettiva e familiare iniziando un nuovo percorso: restando sé stessi ovviamente, ma con la possibilità di raccontarsi in modo diverso. Tutto questo può anche diventare una opportunità per liberare la propria sensibilità ed il proprio spirito critico, magari appassionandosi anche alla storia di questa città e dei suoi abitanti.
Certo, contano molto le ragioni di ciascuno, e forse ancor più la situazione pratica. Condividendo la vita con qualcuno di Assisi, è più facile costruire solide amicizie.  Lavorando con serietà e competenza, ci si può integrare meglio, tanto più se si tratta di un lavoro di relazione in linea con la vocazione turistica della città.
Ma allora, cos’è che può restare comunque estraneo? Il fatto è che il senso di non appartenenza può persistere accanitamente, nonostante i tanti anni vissuti ad Assisi, dentro il suo tessuto storico, o forse proprio per questo. Vivere nella città antica, percepirne la fragilità, difenderla quando in molti prevale l’idea di sfruttamento economico… Vedere che i nuovi estranei investono solo per tentare di trarne profitto… Sono cose che alimentano l’impressione di abitare sì in un luogo eletto, ma senza però riuscire a trovarvi un’identità collettiva.
Resta il dubbio, difficilmente risolvibile ma non manifestamente infondato, se questo sarebbe stato altrettanto vero nel suo territorio o nelle sue frazioni.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Estraneità è voce dotta, derivata di estraneo, dal latino extraneum ‘di fuori, straniero, forestiero, che appartiene a un diverso paese’, a sua volta da extra ‘fuori’. Talvolta ciò che è estraneo è percepito anche come strano, e in effetti entrambe le voci hanno lo stesso etimo, ma diversa tradizione; la prima come già ricordato è un latinismo, la seconda è l’esito popolare (da extraneum, si è avuto stranio, quindi straino e infine strano).

Suggerimento musicale a cura di Ezio Ranaldi

Un saluto affettuoso ad un cantante che non c’è più, e per cui il grande meritato successo non è mai arrivato: era in avanti sul tempo. Oggi i collezionisti fanno follie per i suoi dischi!          

Ascolto: Dove sei felicitàMack Sigis Porter

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