La bellezza di un luogo è una cosa misteriosa, tanto inconsistente e immateriale quanto straordinariamente potente.
Può diventare, per certe persone, un motore invisibile, una calamita irresistibile. Quando questo accade, decidere di vivere in un luogo di cui si sente la prepotente bellezza diventa una maniera, forse l’unica possibile, per possedere virtualmente un po’ di quella bellezza e viverla ogni giorno. Una maniera per portarla sempre con sé. Una maniera per sentirla pulsare intorno a sé, anche e forse soprattutto nel silenzio quieto di certi giorni d’inverno, o di certe notti d’estate. Anche ora, sì: una bellezza triste nella sciagura della pandemia.
Per accedere in questo modo alla bellezza di Assisi occorre essere disposti a pagare un prezzo: Assisi non è una città comoda per viverci, al contrario. Ma chi è disposto a pagarlo avrà l’orgoglio di abitare in un luogo che sarà sempre felice di condividere con un ospite, un amico, un conoscente. E avrà, se saprà meritarla, una cosa preziosa (e rara, si dice): l’amicizia degli assisani.
Di tanta bellezza non bisogna mai smettere di stupirsi, perché ci sono cose alle quali non è possibile abituarsi.
Di tanta bellezza bisogna anche saper essere degni. È un raro privilegio di pochi potervi contribuire, ma è un dovere di tutti i suoi abitanti impedire che la bellezza di Assisi venga compromessa.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Bellezza, ‘qualità di ciò che è bello’, è sostantivo derivato dall’aggettivo bello,dal latino bellus ‘carino’ (a sua volta dall’arcaico duenulus, diminutivo di duenos, sviluppatosi poi in bonus), tipico del linguaggio familiare e affettivo, con l’aggiunta del suffisso in italiano –ezza (dal latino –itia). Al di là delle sfumature di uso e di significato, in Italia e in Francia bellus scalzò i classici pulcher (poi scomparso) e formosus, quest’ultimo continuato col senso di ‘bello’ nelle aree laterali, Iberia e Romania(formoso, hermoso e frumos).
Suggerimento musicale a cura di Ezio Ranaldi
Un brano scritto da Carlos Jobim e Vinicius de Moraes, che sottolinea simbolicamente una “ragazza” dalla BELLEZZA irresistibile che passa nella mitica spiaggia e non si volta facendo sognare quelli che la incontrano.
Ascolto: The girl from Ipanema – Frank Sinatra