Dall’alto del monte Subasio o da Spello, da Perugia o dai tanti altri borghi della valle umbra, l’occhio attento dell’angelano scivolerà inevitabilmente sulla piana, scrutando i campi rigogliosi, gli specchi d’acqua e troverà appagamento, tirerà un sospiro di sollievo solo alla vista imponente del “Cupolone”, della luminosa statua dorata della Madonna degli Angeli, della basilica, sua cometa, stella polare in terra.
La grande architettura religiosa, le pietre, il campanile, le statue che l’adornano indicheranno sempre il suo centro, la sua appartenenza a quel luogo. Quella è la sua casa, il suo rifugio. Un respiro profondo, un anelito, un segno di appartenenza. Lì affondano ben salde le sue origini.
Pane lievitato che spunta dalla terra e sale al cielo, la basilica è una specie di imprinting visivo, è il volto familiare sorridente che rassicura il bambino, che lo fa sentire tranquillo, in pace. Come il suono confortante e puntuale delle campane, orologio dell’anima, a scandire i tempi del quotidiano, della vita del paese. Come la Madonna con il volto sereno e le braccia aperte pronte ad accogliere ogni preghiera, pensiero, desiderio e alla quale, almeno una volta nella vita, ogni angelano si è rivolto per un aiuto, un consiglio, un suggerimento.
E, di notte, la grande mole illuminata fa concorrenza alle stelle, troneggia sopra i tetti del paese e i campi bui; d’inverno, galleggia trionfante sopra il mare di nebbia.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Basilica è voce dotta dal latino basilicam, dall’aggettivo greco (stoá) basiliké ‘(portico) reale’, e più precisamente ‘(portico) dell’arconte re’ che era in Atene (con ellissi di stoá), derivato a sua volta da basileús ‘re, principe, signore’. La voce nell’antica Roma designava un ‘edificio pubblico con doppia fila di colonne eretto nel foro, in cui si tenevano adunanze varie e si amministrava la giustizia’. Con l’avvento del Cristianesimo le basiliche divennero luoghi per il culto religioso.
Suggerimento musicale a cura di Francesco Pampanoni
Una delle più note ed intense composizioni per organo di Bach suonate da uno dei suoi più talentuosi interpreti proiettano l’ascoltatore al centro di una architettura maestosa fatta di pietre, aria e note. Mistico.
Ascolto: Toccata e fuga in Re minore – Johann Sebastian Bach (Esecuzione: Karl Richter all’organo a canne)