22 Settembre 2021

Bambagia

Daniele Barili
Bambagia

La locuzione Vivere nella bambagia, normalmente riferita ad un contesto famigliare, evoca la figura del figlio viziato. Riferita invece ad Assisi ed ai suoi figli, fa sorgere l’inevitabile domanda: viziati da chi?  La benedizione profetica di San Francesco morente alla Città di Assisi, scritta in latino sull’arco di Porta Nuova, reca con sé la risposta più plausibile. Sedere sulle spalle di certi giganti fa venire la tentazione di accomodarsi.  Avere Santi in Paradiso dà poi l’illusione di disporre di un salvacondotto per raggiungere ogni traguardo senza particolare sforzo.  Ma in fondo in fondo lo sappiamo: non funziona così! Lo testimonia il sentimento di noia che noi tutti, giovani o meno, esprimiamo attribuendone le cause all’esterno: il Governo, il tempo, i tempi, il Covid … Che oltre al fatto di non donar più nessuna soddisfazione neanche a breve termine, sottrae energie a possibili scenari futuri sia personali che, quindi, collettivi.
“Ultreya” è il saluto che si scambiano i pellegrini di Santiago. Un saluto e insieme un incoraggiamento a andare oltre, non fermarsi, sottolineando non tanto l’importanza della meta, ma quella del cammino stesso. È umano cercare ristoro al termine di un cammino. Intelligente essere consapevoli del fatto che si è percorso una tappa del “Cammino”. Accomodarsi nella bambagia, invece, è contrario alla vita e rende alla lunga: “popolo dispiacevole, poco cortese a forastieri né meno a sé stessi” come nel 1565 Cipriano Piccolpasso aveva definito gli assisani del tempo.  Forse la chiave è guardare a ciò che abbiamo, piuttosto che lamentarci di quel che manca. E quello che abbiamo è davvero tanto e lo dobbiamo in parte anche a noi stessi. Anche se, troppo assorbiti da fazioni interne ed esterne, dimentichiamo di riconoscercelo. Ultreya.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Bambagia ‘cascame della filatura del cotone ‘ è voce del secolo XIV, dal latino medievale bambacia, neutro plurale di bambacium, dal greco bizantino bambákion ‘cotone’, a sua volta dal persiano pambak. Recentemente si è fatta risalire a Bambyce, antica città della Siria, in cui in origine si produceva la carta di bambagia. La nota locuzione vivere nella bambagia significa ‘vivere in una condizione di eccessive attenzioni’, e anche ‘di estremo agio’.

Suggerimento musicale a cura di Filippo Comparozzi

Il brano è indubbiamente tra i più famosi dell’artista. La struttura della composizione è lineare e presenta per la maggior parte del tempo una melodia calma, leggera e profonda, prendendo vivacità in alcuni tratti ma tornando sempre alla calma di fondo. La sensazione che il compositore vuole far provare all’ascoltatore è quella della leggerezza, ispirandosi al movimento “delle nuvole che passano lente come navi nel cielo”.

Nuvole BiancheLudovico Einaudi

Seguici

www.assisimia.it si avvale dell'utilizzo di alcuni cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore se vuoi saperne di più clicca qui [cliccando fuori da questo banner acconsenti all'uso dei cookie]