15 Aprile 2022

Umanità

Francesco Proietti
Umanità

Quando erano vive le forme della civiltà contadina, ben prima che attecchissero i nuovi ritmi della società dei consumi, l’umanità era ancora un valore largamente diffuso. E non poteva essere altrimenti, in un mondo che, soprattutto nei piccoli centri, sapeva anche farsi carico della vita dei singoli, con gesti di aiuto reciproco, comprensione e indulgenza. Gesti magari solo formali e dettati dalla consuetudine, eppure largamente ricorrenti, come quello di regalare ad un paesano bisognoso un maialino nato in eccedenza o una fila di pane appena uscito dal forno comune. Ma esisteva anche un’umanità sotterranea, lontana dai riflettori, che nel chiuso delle pareti domestiche lottava ogni giorno con i piccoli e grandi problemi della vita e tuttavia si imbatteva nell’indifferenza degli altri. Un’umanità appartata, alle prese con una vita ingiusta, con una povertà quotidiana e affetti sbagliati, eppure priva di ogni supporto o aiuto: l’umanità delle madri che subivano maltrattamenti in famiglia – a quella epoca perfino usuali, addirittura nei confronti dei figli -, e tuttavia erano circondate da un silenzio complice che non voleva rompere il ghiaccio; o ancora l’umanità di chi, per permettere ai propri figli di mangiare, era costretto a lavorare all’estero ma proprio per questo, al ritorno, faticava a reinserirsi, in un contesto comunitario ormai modificato, che sapeva restituirgli solo la poca considerazione di chi, magari più fortunato, si sentiva addirittura superiore. L’umanità, insomma, può essere raccontata, anche a Tordibetto, tenendo gli occhi bassi e incrociando, per questo, storie spesso ignorate eppure quotidiane, dietro le quali però non c’è anomalia quanto la forma, complessa e contraddittoria, della nostra natura.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Umanità proviene dal latino humanitatem (in Dante umanitade), da humanum, derivato di homo ‘uomo’, e ha in sé tre principali significati, e cioè: ‘natura umana’, ‘cortesia, benevolenza, comprensione’ e il più raro ‘studi letterari, cultura, educazione’. Come osservato, il tutto risale a uomo, che in latino originariamente significava ‘terrestre’ (in opposizione agli dèi ‘celesti’), da collegare a humum ‘terra’, anche se il retore Quintiliano nel suo Institutio oratoria (I, 6, 34) non sembra d’accordo; scrive infatti: «E crederemo noi che l’uomo è così chiamato per essere nato ab humo, cioè dalla terra? (come se […] i primi uomini avessero dato un nome alla terra prima che a sé stessi)». 

Suggerimento musicale a cura di Andrea Dionigi

Molti sono i prodigi, ma nulla è più terribile dell’uomo. Perché il bene talora non trionfa.

Gli uomini non cambiano – Mia Martini

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