Papa Sisto IV nella bolla “Ea quae ex fidelium” del 12 maggio 1479 invita i cattolici alla recita quotidiana del salterio mariano ripristinando la pratica del Rosario. È questo il primo documento ufficiale della Chiesa su questa pratica devozionale, che sembra stia riprendendo vigore anche ai giorni nostri, particolarmente ad opera dei gruppi cattolici di base.
Il ricordo va, però, non tanto a ciò che avveniva e avviene nelle chiese di città dove la preghiera è in genere guidata dal clero, ma piuttosto a ciò che avveniva nelle chiesine di montagna e campagna, soprattutto durante il mese mariano, quando gruppi di fedeli si riunivano, soprattutto donne con in testa un foulard, più semplicemente detto “fazzolettone” e la più anziana conduceva la preghiera, annunciava i misteri dolorosi, gaudiosi, gloriosi, o di luce, poi cominciava con le preghiere ordinarie Ave Maria, Gloria Patri, Pater Noster, Salve Regina, in latino, lingua con la quale i più non avevano grande confidenza. Italiano, latino e dialetto si mescolavano, l’effetto era più ritmico e sonoro che significante, cosi iniziava la preghiera: Pater nostri que s’ in celo, Santoficetu nomen tua, advenete regnon tua, e finiva sicut nos ‘nducasse ‘n tentazione, libbreci dal male Ammé. l’Ave Maria anche non era di facilissima interpretazione specialmente il versetto: beneditta tu ‘n mulieribus, benedettu ‘l frutto ventre tua Gesù; il Gloria Patri dopo l’invocazione della Trinità continuava con sicut era nel prencipio et in sempre et in secola secoloro. Questi esempi sono tratti dal libro Per Ville e Castelli di Assisi di Don Vittorio Falcinelli. Fortunatamente gli “indirizzatari” delle preci non hanno bisogno di conoscenze linguistiche evolute, l’importante era ed è l’intenzione e lo spirito della preghiera.
brevi note etimologiche di Carla Gambacorta
Rosario è voce dotta e deriva dal latino rosarium ‘roseto’, e indica sia la preghiera sia l’oggetto stesso, così chiamato perché i grani che si usano per contare le Ave Maria compongono una specie di ghirlanda di rose, formata dalle preghiere in onore della Vergine: la voce infatti deriva dal latino rosam, parola forse da attibuire a un’antica civiltà mediterranea che coltivava appunto questo fiore. La pratica di tale preghiera è probabilmente da far risalire a s. Domenico, e la festa del Rosario, oggi il 7 ottobre, è stata istituita in ricordo della vittoria di Lepanto del 1571, raggiunta grazie all’intercessione della Vergine, invocata proprio recitando il rosario.
L’ascolto musicale
a cura di Umberto Rinaldi
Preghiere ripetute ad ogni grano della collana. Diversamente, come in Bolero di Maurice Ravel, è il tema musicale che passa da strumento a strumento, stessa melodia stesso ritmo. Quali grani di corona, costruiscono un tutto emotivamente condiviso e partecipato.
Ascolt: Bolero, Maurice Ravel, Gustavo Dudamel, Wiener Philarmoniker