01 Aprile 2022

Racconti

Moreno Dionigi
Racconti

Riecheggiano ancora, fra queste orgogliose pietre, canuti racconti assopiti dal silenzio dei ricordi. Care serate passate insieme, al fresco serale di calde estati rallegrate dal frinire delle cicale. Giochi di bambini, resoconti di giornate e vite sempre uguali, illuminati da racconti magici come fiabe ma dal sapore dolcesalato come la vita. Con ingenua e vergine anima di fanciullo si ascoltavanoracconti così veri da sembrare inverosimili. Quelli di don Otello, mai banali, sempre preziosi…  Le storie di Olimpia, il suo orgoglioso essere contadina, la “vacca mal ritta“ caduta nel dirupo mentre la si portava ad “abbeverare” e la laboriosa attesa del ritorno del suo promesso sposo dalla guerra… Gli affettuosi ricordi di Giuseppa, “Peppa”, sulla sua giovane e disperata vita di madre vedova che non sapeva come sfamare i propri figli, la sua forza vitale per non arrendersi, per conquistare ogni attimo di futuro. I racconti di Derna, la sua rassicurante amicizia, il suo incrollabile orgoglio; i racconti di Giuseppe, “l’sor Giuseppe”, sulla dorata prigionia alle Hawaii vissuta più come fine di un incubo che come perdita di libertà. E poi le interminabili filastrocche di Laura, ”Laurina”: ”S. Francesco, quann’era vecchiarello/ giva a spasso con quel cordoncello/ facea ‘na vitarella pura pura / come parla e dice la scrittura/ e del nemico nonn’eva mai paura…..”. C’erano i silenziosi ricordi di Ernesto, che non volevano ritrovare l’orrore della guerra. E c’erano i racconti delle donne che ricamavano all’ombra delle mura del castello nei caldi pomeriggi estivi in un quotidiano sabato del villaggio. Racconti pieni di serenità e semplici come acqua di sorgente. Racconti di persone che parevano immortali e che, ora, vivono attraverso ricordi preziosi e senza tempo.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Racconti, plurale, deriva dal verbo raccontare ‘far conoscere, comunicare, rendere noto’, composto del prefisso ra– (re– e ad-) con valore intensivo e di contare, dal latino computare ‘valutare, mettere nel conto, enumerare’, formato da con– e putare ‘calcolare’. Il racconto può essere una ‘esposizione di fatti, una ‘elencazione’, una ‘cronaca di avvenimenti’, un ‘testo narrativo’, ma anche ‘tradizioni tramandate’, spesso oralmente.

Suggerimento musicale a cura di Andrea Dionigi

Fili di parole, destinate a dividersi tra tessuti e ragnatele, sempre, tuttavia, ricamando la vita.

Volta la cartaFabrizio de André

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