18 Marzo 2022

Note

Ernesta Buzi
Note

“Come le coci le fave son…bonnn..co’ le codichelle, co’ le codichelle”. Mario, il campanaro, soleva imitare così, ai bambini che gli si facevano incontro all’ora stabilita, i ritmi delle “suonate a doppio”, per alimentare, intorno a quegli eventi così solenni (ché di eventi si trattava), un clima di goiosa attesa. Ancora oggi, del resto, sono le campane a scandire i vari momenti della giornata: la speranza del mattino, la pienezza del mezzogiorno, il raccoglimento della sera. Al mattino il paese piano piano prende vita: richiami da una finestra all’altra, il reboante motore dei trattori che percorre i campi, il vociare frenetico dei contadini. La campagna si risveglia, ad ogni stagione, con nuova vita: la primavera al suono degli uccelli, merli e tordi che diffondono le loro acute vibrazioni, seguiti a ruota dai più lugubre suono dei piccioni; l’inverno, invece, al biancheggiante silenzio di una notte lenta a morire. Lontana, nella valle, si percepisce l’inconfondibile sirena del Pastificio Petrini, che scandisce i turni del lavoro di tanti compaesani, fungendo, per gli altri, da semplice orologio. Di sera invece, fino a qualche tempo fa, la giornata si prolungava poi nella piazzetta, soprattutto d’estate, dove le nonne si riunivano per rinfrescarsi e per intrecciare, alle interminabili partite a carte, le mille favole della vita, propria e altrui, mentre i bambini correvano e giocavano a nascondino, a ruba fazzoletto, a campana. E la domenica, il dì festivo, altre voci, altre note: quelle, più strutturate, del coro della chiesa, a riunire le preghiere e le speranze di ognuno nell’unico canto di lode.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Note, plurale, discende semplicemente dal latino notam ‘contrassegno, caratteristica, segno distintivo’, voce di origine incerta, che ha diversi significati: da ‘segno di suono’ ad ‘appunto’, da ‘glossa’ a ‘lista’, e altro ancora. Vari i derivati, già del latino: notabile (da notabilem), notaio (da notarium, in origine ‘scriba, segretario’), notare (da notare), notazione (da notationem), ecc. La formula nota bene, in cui nota è imperativo del verbo notare, ha origine non nel latino classico ma in quello umanistico. 

Suggerimento musicale a cura di Andrea Dionigi

“Tordibetto dalle belle campane”, recitava un vecchio adagio (che tuttavia, di seguito, continuava rimarcando in rima una certa caratteristica, non troppo poetica, del genio femminile d’allora). Comunque, allora come oggi, tra santi e peccatori, sono ancora i suoni a far da padroni.

Domenica è sempre domenicaRenato Rascel

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