La desideri, la immagini, l’attendi. E quando la vita ti dona un bambino di cui prenderti cura, ad essere madre devi imparare. Non sempre è un processo automatico o naturale, perché c’è da fare spazio e accogliere il diverso che destabilizza e induce a reinventarti, soprattutto se tuo figlio è nato dall’altra parte del mondo e sarà sempre più abbronzato di te. Ci vuole pazienza per creare i legami, attenzione e sopportazione; all’inizio è un rapporto a senso unico. Ma il tuo cuore e la tua mente lentamente si adattano e all’improvviso ti scopri capace di poter essere madre di tutti. Si è madri del proprio figlio, ma a volte si è anche madri dei figli degli altri; del proprio sposo quando lui ha più bisogno di te di essere sostenuto; dei propri genitori divenuti anziani; dei propri amici in difficoltà; delle persone che magari incontri per caso in pasticceria e che attendono una parola di conforto da qualcuno. Si è madri di un’idea da custodire, di un progetto da tenere vivo o di un paese da tenere unito. L’aveva sapientemente intuito il nostro don Otello che, nel maggio del 1957 qui a Tordibetto, inventò di festeggiarle le mamme ed io voglio pensare che nella categoria lui abbia voluto includerle tutte: biologiche, adottive, spirituali, ideali. Quella festa ha toccato la profondità degli animi come solo le cose semplici e genuine sanno fare, echeggiando ancora adesso nel mondo intero. Sì, lui l’aveva vista giusta e noi, sotto lo sguardo di Maria Madre di Dio e dell’umanità, continuiamo con speranza, provando ogni giorno a inventare nuovi modi di essere madri.
Mamma Maria – Ricchi e Poveri