Da lontano scorgi quel paese che lontano è dai rumori della città e che ti accoglie con le sue alte torri, la sua grande piazza e le sue piccole vie. Uno scenario d’altri tempi: è Tordibetto. Lontani ricordi, la purezza di un paese che vive sospeso in un tempo in cui ancora gli abitanti si conoscono tutti tra loro, dove la piazza è, nei periodi estivi, luogo di ritrovo per grandi e piccoli. Un luogo dell’animo, che resiste al procedere rapinoso del tempo anche quando le scelte della vita ti conducono altrove. Basta poco e lo scenario che ti circonda si risveglia: odi da lontano le risa dei fanciulli che giocano davanti alla scalinata della chiesa, gli anziani che raggruppati raccontano le storie della loro gioventù. Con le torri maestose che dominano la vallata, con il portone aperto del castello che ti invita ad entrare, Tordibetto ti accoglie all’interno dei suoi vicoli e ti sommerge in quel lontano vivere che adesso sembra così vicino: è come se tutto ti accarezzasse con la mano ormai stanca di un paese anziano ma che ancora ha il potere magico di vivere al di là del tempo, con la grande forza di evocare quella serenità d’animo che oggi è, a volte, così rara da trovare in noi e intorno a noi.
L’anno che verrà – Lucio Dalla