Fu il primo assalto della modernità, in qualche modo l’inizio della nuova era. La panchina non bastava più, e anche le feste in famiglia, periodicamente organizzate come ritrovo e ristoro dal lavoro dei campi, passarono presto di moda. Neppure la militanza politica o la fede religiosa poterono reggere l’onda d’urto che iniziava a propagarsi dalle nuove onde, quelle condite in salsa americana, o meglio italo-americana. Siamo a metà degli anni Cinquanta, e anche a Tordibetto arrivò la televisione. Una sola, che per lungo tempo mantenne integra la comunità, accogliendo peraltro anche qualcuno dei paesi vicini. E se prima si attendeva normalmente solo la stagione della semina o la messa di mezzanotte, di colpo tutti iniziarono ad aspettare con ansia anche le buste di “Lascia o Raddoppia”, il giovedì sera, o le note del Musichiere, di sabato. Rigorosamente con mamma e papà, il cinema di Tordibetto era il bar di Ginetta e Fiorino, che, in cambio di dieci lire, allo spettacolo serale univa perfino il dolce conforto di due caramelle. Fiorino in persona, quasi simulando la questua domenicale, passava a raccogliere il dovuto con l’immancabile cestino di vimini, violando, per un attimo, quella strana atmosfera di suoni e di silenzio che, in un buio stranamente complice, lasciava anche sbocciare nuovi amori. Il cielo in una stanza, si direbbe; e intanto, però, la quiete di fuori iniziava a farsi ancora più silenziosa, perché ben presto, di lì a qualche anno, la gente avrebbe appreso la comoda bellezza della vita domestica, nel chiuso rassicurante delle quattro pareti, del blu dipinto di blu.
Tropicana – Gruppo Italiano