04 Marzo 2022

Hertz

Carla Betti
Hertz

Fu il primo assalto della modernità, in qualche modo l’inizio della nuova era. La panchina non bastava più, e anche le feste in famiglia, periodicamente organizzate come ritrovo e ristoro dal lavoro dei campi, passarono presto di moda. Neppure la militanza politica o la fede religiosa poterono reggere l’onda d’urto che iniziava a propagarsi dalle nuove onde, quelle condite in salsa americana, o meglio italo-americana. Siamo a metà degli anni Cinquanta, e anche a Tordibetto arrivò la televisione. Una sola, che per lungo tempo mantenne integra la comunità, accogliendo peraltro anche qualcuno dei paesi vicini. E se prima si attendeva normalmente solo la stagione della semina o la messa di mezzanotte, di colpo tutti iniziarono ad aspettare con ansia anche le buste di “Lascia o Raddoppia”, il giovedì sera, o le note del Musichiere, di sabato. Rigorosamente con mamma e papà, il cinema di Tordibetto era il bar di Ginetta e Fiorino, che, in cambio di dieci lire, allo spettacolo serale univa perfino il dolce conforto di due caramelle. Fiorino in persona, quasi simulando la questua domenicale, passava a raccogliere il dovuto con l’immancabile cestino di vimini, violando, per un attimo, quella strana atmosfera di suoni e di silenzio che, in un buio stranamente complice, lasciava anche sbocciare nuovi amori. Il cielo in una stanza, si direbbe; e intanto, però, la quiete di fuori iniziava a farsi ancora più silenziosa, perché ben presto, di lì a qualche anno, la gente avrebbe appreso la comoda bellezza della vita domestica, nel chiuso rassicurante delle quattro pareti, del blu dipinto di blu.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Hertz discende dal nome dello scienziato tedesco Heinrich Rudolf Hertz, autore nella seconda metà dell’Ottocento di importanti scoperte nell’ambito dell’elettromagnetismo. In suo onore, nel sistema internazionale di unità di misura, la frequenza (di un fenomeno periodico) è misurata in hertz. Molti sono gli esempi in italiano di questo passaggio (che può avvenire per procedimenti morfologici o semantici) dal nome proprio – che definisce normalmente una sola persona o cosa –al nome comune, di cui si occupa quella disciplina della linguistica chiamata deonomastica. Per ricordare alcuni casi analoghi di reinterpretazione di un nome di persona si possono citare casanova, biro, fantozzi, cicerone, perpetua, pullman, cassandra, zampirone, ercole, ecc. 

Suggerimento musicale a cura di Andrea Dionigi

Era davvero un assaggio di felicità: con la TV la mente poteva aprirsi a spazi finora inesplorati. Eppure, l’euforia di quei tempi era come la belle époque: salutava la fine di un’era, che cedeva il posto ad una modernità, per certi versi, altrettanto controversa.

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