“Si usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima”. Le parole di George Bernard Shaw rammentano quanto i soggetti rappresentati siano attivi e influenti su chi li guarda, soprattutto se a guardarli sono gli occhi di un bambino. Entrando ogni domenica nella piccola ma decorata chiesa di San Bernardino da Siena, gli occhi dei bambini si posavano sulle tavole dipinte che tuttora decorano le volte, le cui figure, maestose e ieratiche, avvolte da panneggi fluttuanti e adagiati su nuvole vaporose, li incuriosivano e al contempo incutevano loro paura. Lo sguardo allora trovava conforto nella dolcezza del volto di Maria, raffigurata nella tela con i Misteri del Rosario, posta sopra l’altare laterale sinistro della chiesa. L’opera, ricoperta da “una tinta sorda e povera di colore ma dagli effetti dolciastri” (Santucci), pone al centro Maria in trono che sostiene con la mano destra il Figlio, seduto sulle sue ginocchia, mentre con l’altra mano dona il rosario alle figure in adorazione ai suoi piedi. Quasi a bilanciare la composizione, Gesù, dall’altra parte, compie lo stesso gesto. Entrambi rivolgono lo sguardo ai personaggi che li circondano, ma anche a coloro che ogni domenica varcano la soglia della chiesa per porgere loro una preghiera, contemplando magari i Misteri che incastonano il riquadro centrale. I bambini guardavano soprattutto lei, la Madonna, e la sua collanina di corallo, appesa alla tela con un ingombrante e precario adesivo bianco che temevano si staccasse da un momento all’altro. Da lei si sentivano guardati e accolti, forse anche ammoniti, perché quella donna, con suo figlio in grembo, rappresentava per loro quell’intreccio di preghiere e di speranze che ogni bambino impara sulle ginocchia della mamma.
Volare – Domenico Modugno