Eppure anche a quelli che non sono nati sulla dolce collina di Tordibetto, né lungo la valle che l’accompagna giù giù verso la Bastia, possono capitare qui per quegli imprevisti che fanno la vita. Eppure, nonostante non si abiti lì, è verso lì, verso il Castello in alto, che si orientano le nostre passeggiate, e a lungo l’antica chiesuola è stata un angolo dove incontrarsi e nascondersi insieme con gli altri. E poi i ricordi antichi, di quel prete colto e buono che molti, ancora oggi, hanno fatto in tempo a conoscere, che contagiava di lingue classiche i suoi giovani e trascriveva a mano i manifesti della cultura, della politica, del costume dell’Assisi quando ancora c’erano le lucciole. E di quando nel partito in cui si militava, il Partito!, qualcuno si alzava a dire: non basta un candidato del Palazzo, dobbiamo coprire Tordibetto… e magari ci scappava un nocciolo a rafforzare il concetto. E ancora ci sono gli attivisti sociali, organizzatori di feste, a cominciare da quella dolce della mamma, priva di retorica secondo il ruvido carattere della casa. C’è anche chi in un posto non ci nasce, eppure ne diventa parte abitandone i sentimenti e i colori. Sentendosi bene in questo milieu che, quanto più è piccolo, tanto meno chiude al resto del mondo.
Ancora qui – Renato Zero