18 Febbraio 2022

Domani

Mario Filippone
Domani

Domani. Chi pronuncia questa parola necessariamente si proietta in un prossimo futuro. Molte parole di questo abbecedario contengono ricordi e rimpianti che riguardano “ieri”, cioè il passato. Certamente è giusto, doveroso e bello ripensare ad un passato che suscita bei ricordi perché tutto questo ci può incoraggiare a prendere fiducia per la vita di oggi. Quello che eravamo ieri, infatti, ci permette di essere quello che oggi siamo. Ma se vogliamo avere una spinta per continuare e il desiderio di migliorare dobbiamo tendere al domani. Domani è la speranza e senza speranza non si vive, anzi si muore o ci si ferma aspettando la morte. Tordibetto, con i ricordi di ieri, ci dice che è stato un bel paese, con la sua storia importante per Assisi e per l’Italia, ma se vuol evitare di restare com’è deve guardare al domani con fiducia e speranza. Ecco: deve andare avanti con speranza e pensare che niente del nostro passato è perso, perché c’è un domani che può essere migliore. Come? Quando? Non possiamo domandarcelo oggi, lo scopriremo domani. Ecco perché val la pena sempre vivere con pienezza a tutte le età e in tutte le situazioni, anche perché c’è un domani anche dopo la morte, c’è un domani eterno che ci aspetta. Avanti, quindi, con la speranza nel cuore e nella mente, con la fede che Dio ci ama e guida la nostra storia personale e quella di Tordibetto. Viviamo bene oggi, mettendo in pratica la legge di Dio, viviamo con passione, con lungimiranza, e sicuramente domani sarà un giorno migliore.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Domani discende dall’innovativa locuzione avverbiale del tardo latino de mane, propriamente ‘di buon mattino’, che nel corso dei secoli ha sostituito il classico cras (rimasto però a indicare il ‘giorno successivo a oggi’ in alcuni dialetti dell’Italia meridionale). La voce demane (in antico anche dimane) è prima passata a domane (tecnicamente per labializzazione della e dovuta alla m seguente, che è infatti una consonate labiale) e nel Quattrocento, rispetto all’uso fiorentino trecentesco anche delle Corone, si è avuta la forma domani con –i finale per analogia su ieri (dal latino heri).

Suggerimento musicale a cura di Andrea Dionigi

Non perdiamo mai la speranza, non viviamo mai nel disincanto o nell’egoismo. Perché anche l’oggi è un domani, di quello che siamo stati.

TomorrowThe Cranberries

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