01 Ottobre 2023

Città storiche: vincono i turisti. I residenti costretti ad andarsene?

Luigi Penzo
Città storiche: vincono i turisti. I residenti costretti ad andarsene?

Oggi in un articolo comparso sui quotidiani, a firma di Sabino Cassese, mi sono soffermato su alcuni punti importanti riguardanti il ruolo dei movimenti e dei partiti nella nostra democrazia. L’articolo si soffermava soprattutto sulla mancata presenza, ai giorni nostri, del dibattito interno sulla linea da seguire, sostituito invece da esclamazioni sui social, tweet quotidiani, interviste brevi, che spesso incitano a discussioni sul web senza una reale partecipazione democratica.

Così purtroppo succede nella vita delle nostre comunità, le amministrazioni seguono linee e percorsi, che spesso non sono frutto di discussioni e dibattiti pubblici atti a coinvolgere la cittadinanza, ma il consenso e l’approvazione si danno per scontati dal numero di follower o seguito che spesso si ha nei social, da post inseriti che magari fanno centinaia di commenti. Le Amministrazioni si “materializzano” nei social” dando immagini e commenti e pubblicizzando se stessi.

Infatti nell’articolo si citava: “la ricerca continua di consenso impone agli eletti, una presenza continua nello spazio pubblico, per cui i media sono invasi … da dichiarazioni dietro le quali non vi sono dibattiti congressuali, contrapposizione di idee, consultazioni con gli iscritti”.

Così anche nello sviluppo delle nostre città, che si modificano, crescono, popolano zone nuove, senza un minimo di dibattito, di ascolto dei cittadini; ma tutto viene ritenuto superfluo in nome di uno sviluppo territoriale ed immobiliare di “riempimento costruttivo” di tutti i terreni disponibili, perché questo vuol dire far muovere l’economia.

Ecco quindi spazio costruzione e cementificazione in tutti i luoghi, distruzione del verde pubblico, scarsa attenzione all’ambiente, all’artigianato, alla vivibilità, con considerazioni che in caso di protesta vengono ridotti e tradotti a “ecco i soliti, quelli che non vogliono modificare nulla, quelli contro il progresso”.

Se dobbiamo adeguare la nostra vita, le nostre città, al numero crescente di turisti ed ospiti (perché è vero che portano reddito e benefici economici), questo però non deve rendere impossibile la vita degli altri. Una città turistica non può crescere tumultuosamente senza un chiaro disegno di dove concentrare e/o decentrare questo turismo,

Un altro problema è quello della città-museo con “mangifici” in centro (utilizzando magari frasi inglesi tipo Food), laddove invece le attività artigianali

spariscono, le piccole botteghe chiudono per far posto a queste attività usa e getta, spesso legate a mode gastronomiche.

Nella mia città per esempio, la crescita della ristorazione tipo Cicchetteria-osteria rappresenta oggi un fenomeno socio-economico complesso con grandi dimensioni di spazio pubblico; in certe rive o strade non si riesce neanche più a camminare perché invasi da tavoli e sedie. Si dirà che prima quella zona era degradata e vuota ed oggi è piena di gente (anche se è una via che poi alla chiusura ritorna deserta) ma la domanda è che se aumentano gli esercizi legati alla città-svago si prosciugano quelli a favore dei cittadini residenti.

Inoltre un turismo veloce e sfrenato si lega anche alle attività immobiliari, per cui le case, le stanze, gli appartamenti vengono acquistati dai nuovi turisti che non sempre si integrano con la vita sociale ma diventano solo ospiti temporanei spesso primaverili-estivi. Si dice, ma poi il mercato troverà un equilibrio? Oppure invece si incentiva la crescita di edifici o ristrutturazioni legate ad affitti brevi, che porterà alla fine ad una fuga dei residenti e ad una difficoltà immobiliare legata a prezzi alti e deprezzamento degli altri immobili? Inoltre mancando poi le famiglie, si chiudono anche le attività culturali e sociali per i giovani e gli anziani, vedi le scuole, sia per gli spazi sia per il calo demografico continuo.

La mobilità diventa poi una questione fondamentale, è chiaro oramai che il soggetto strade-auto-parcheggi è obsoleto, perché l’idea di poter arrivare in una città turistica con la macchina sotto casa o vicino non può più reggere, specialmente a questo turismo moderno di massa coinvolgente sempre più persone.” Si devono trovare soluzioni innovative, le strade non possono essere solo assi di attraversamento ma spazi pubblici che devono puntare alla qualità dello spostamento” (citato in articolo per Pianeta 20-30 da Elena Papa): a piedi, in bicicletta, in micromobilità elettrica, in e-bike, in trasporto pubblico, in condivisione, con ampie zone a loro destinate che devono far parte di queste vie di attraversamento, anche iniziando a depavimentare zone per riportarle allo stato verde.

Nelle nostre università si studiano già questi cambiamenti, start up giovani hanno idee che oggi possono sembrare strane, ma che in questa ottica possono avere razionali soluzioni ed applicazioni. Nella mia città ancor oggi per iniziare un percorso di zone a traffico limitato siamo sempre alle solite contrapposizioni residenti-commercio, perdendo tempo a discussioni che non portano a realizzazioni così si rimanda, si posticipa.

La liberalizzazione poi delle residenze turistiche e la crescita abnorme delle locazioni airbnb stanno alterando fortemente il centro città, con il risultato che

la città stessa non si apre più ai residenti, ai giovani, agli anziani, che hanno difficoltà a trovare alloggi disponibili per lunghi periodi.

Luigi Penzo

Tecnico di Laboratorio Chimico, appassionato della mia città, dedico attività nell'Università Popolare e nel volontariato attivo da molti anni, studioso e ricercatore, con la passione del bene comune. Nel mio cuore un posto speciale ad Assisi, il mio luogo dell'anima.

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