Sui versi di Alba Donati: “La bellezza visionaria, metafisica, oltre temporale, fatta sempre sprizzare dai materiali della realtà, da nomi, fatti, scorci di vicende, è il lascito maggiore di questa poesia” (Daniele Piccini).
Smaltimento di un padre.
Il problema non sei tu
che te ne sei andato,
il problema sono le camicie
gli scarponi e i maglioni,
le medicine, la macchina
della pressione, il bastone
e tutte le copie de La Nazione.
Sono le cose sacre
e intoccabili.
Dove metterle,
dove poterle
baciare e stringere,
devo fare una casetta
e inumarle
come se fossi un faraone?
Cosa buttare?
Niente vero papà?
Caso mai se passa Daudd
la giacca anti vento
gliela diamo.
Ma smaltire la mano
che ogni mattina
si appoggiava alla ringhiera,
smaltire la voce fresca
che annunciava il buongiorno?
Non riciclabile? Organico?
Materiale leggero?
Dove vanno le cose
me lo chiedo sempre:
dove va la polvere
dove va la cenere
dove va la terra
dove vanno le foglie?
Dove va la tua voce
dove vanno i tuoi gesti
dove va il nostro amore
dove vanno le domande
senza risposta?
Tutto si accartoccia
in un punto
sospinto dal vento
e non muore.
Se una nave arrivasse
Se una nave arrivasse
Nel rosa grigio del tramonto,
verso la nostra terra,
carica di bambini
e di uomini anneriti
dal viaggio,
di donne umide
con gli occhi segnati
dalla tristezza
e dalla separazione,
e se anche non avessero
uva, frumento,
miele e melograni,
chi di noi
non vorrebbe essere
quel mare
che li porta?
Chi non vorrebbe essere
quel mese,
quella stagione,
quell’ora del giorno?
Alba Donati