“I destini degli uomini sono come pianeti. Come una stella che emerge dall’oscurità brilla per un istante e incontra un’altra stella, uno sfavillio fugace prima di scomparire ancora nell’oscurità, così un uomo e una donna scivolano l’uno verso l’altra nel fulgore effimero delle fiamme dell’amore, per poi svanire in direzioni diverse, solo alcuni si congiungono in un grande bagliore, dove possono essere completamente uniti” (E. Munch).
Oggi una poesia di Puskin, che come disse uno dei suoi più grandi eredi diretti, Nikolaj Gogol, “Puskin fu un dono fatto al mondo, per dimostrare con la sua persona che cos’è un poeta in sé, e niente più”; poi due sonetti di Shakespeare , che sembra aver sperimentato tutte le vette e gli abissi dell’amore, insieme con tutte le tentazioni e delusioni della carne.
Proteggimi mio talismano
Proteggimi mio talismano,
proteggimi nei giorni della persecuzione,
nei giorni del pentimento,
dell’emozione;
tu mi sei stato dato
in un giorno di tristezza.
Quando solleverò l’oceano
intorno a me
le onde ruggenti,
quando torneranno
le nubi di tempesta,
proteggimi, mio talismano.
Nella solitudine di paesi stranieri,
nel seno di una pace noiosa,
nella turbolenza di una lotta infiammata
proteggimi, mio talismano.
Il sacro, dolcissimo inganno,
l’incantata stella dell’anima…
si è nascosta, si è mutata…
proteggimi, mio talismano.
Lascia che nel tempo
delle ferite del cuore
non divenga più aspro il ricordo.
Addio, speranza;
dormi desiderio ;
proteggimi, mio talismano.
Aleksandr Puskin (1825)
XVIII
Dovrei dire che sei un giorno d’estate?
Tu sei molto più amabile e più lieve.
Le gemme in maggio al vento van sciupate
e il corso dell’estate è tanto breve.
L’occhio del cielo a volte brilla alto
o il suo incarnato d’oro vedi a stento,
e qualsiasi bellezza perde smalto
per caso o naturale mutamento.
Ma la tua eterna estate non sfiorisce
e mai tu perderai la tua armonia
se all’ombra della morte non svanisce
chi resta eterno nella mia poesia.
E finchè esisteranno occhi e sospiro,
tu vivo in questi versi avrai respiro.
William Shakespeare
CXVI
Tra chi è fedele non ho impedimenti
di matrimonio: amore non è amore
se cambia quando scopre cambiamenti
o tradisce se l’altro è traditore.
No, amore è un faro mai non mosso,
che guarda alla tempesta e non ne è scosso.
Stella polare a barca che è insicura:
nota la posizione, è forza oscura.
Non cede al tempo anche se la sua lama
sia bocche e guance rosee sa falciare,
non varia in brevi ore o a settimana,
ma al Giorno del Giudizio può arrivare.
Se questo è errore e mi sarà provato,
non ho mai scritto e mai nessuno ha amato.
William Shakespeare