18 Settembre 2025

La risposta sta soffiando il vento.

Elvio Lunghi
La risposta sta soffiando il vento.

Cosa è successo? Francesco torna a casa passando per la solita strada. Al mercato di Foligno ha venduto tutto, persino il cavallo, ne sono prova le monete che tiene in borsa, deve essere decisamente euforico. Si aspetta di ricevere plausi e lodi, ne valeva forse la pena? Per strada passa davanti a una chiesa alle porte della città e v’incontra un prete che ne sta sistemando l’interno per l’imminente rovina della sua vecchiaia. È successo qualcosa? Magari una guerra, magari un terremoto, o più semplicemente un lavoro in corso. Insomma quel prete sta facendo qualcosa e gli chiede una mano, Francesco si ferma e gliela dà. Da cosa nasce cosa. Il prete si lamenta delle pietre che mancano, dei soldi che non bastano. Sapete come sono fatti i preti? Manca loro sempre qualcosa, il solito ritornello «Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto». E Francesco d’impulso gli regala la sua borsa. Forse non fa lo stesso quando esce con gli amici? Chi è che paga poi il conto? Lo paga sempre lui, con i soldi del babbo, i suoi compagni lo lasciano fare. Così d’impulso dà la sua borsa al prete ed ecco accade l’imprevisto: il prete non la prende, non vuole i suoi soldi, non li accetta, o più semplicemente non vuole i soldi di Pietro Bernardoni che ha la sua bottega in piazza del mercato. Dire che Francesco ci rimane male è dire poco. Insiste e allora il prete prende la borsa e la getta via. La getta nel vuoto di una finestra. La getta al vento, che il vento soffi via lo sterco di Mammona, i soldi dell’usuraio che tanti ha fatto piangere. La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento. La risposta sta soffiando nel vento. Francesco ha vent’anni o poco più: chiedere perché è dire troppo? È fuori luogo, o semplicemente è vero. Che colpa ne ho io se avete cambiato idea? Se non vi piace più quel che piaceva un tempo? E se fosse tutta una finzione? L’allegra simpatia: paga il coglione di turno! il pollo da spennare! i soldi del padre da buttare! Dire che Francesco ci è rimasto male è dire poco. E allora più semplicemente dà una mano: prendi quella pietra lì, metti quel mattone là. Si ferma a San Damiano o va attorno a chiedere pietre. I monumenti antichi son tutti spogli? E allora le compra. O anche le chiede con insistenza: «Chi mi dà una pietra avrà una ricompensa, chi due pietre due ricompense, chi tre tutto il cucuzzaro!». Gli riesce bene, non lo chiamano Francesco? Quel sopranome non evoca canzoni d’amore? E allora, più del cuore di pietra della bella amata, a Francesco servono pietre per alzare un muro. Un muro che non divida ma accolga. Il suo primo biografo dirà che San Damiano accoglierà Chiara e le sue compagne, che è quando accade quando Tommaso scriverà la Vita prima. Francesco ancora non lo sa, lo sappiamo noi che siamo stati con lui. «È questo il luogo beato e santo nel quale ebbe felice origine per opera di Francesco stesso, la gloriosa religione e l’ordine nobilissimo delle povere signore e sante vergini, a quasi sei anni dalla sua conversione» (1Cel 18). Dame che fuggono dal secolo, la bella amata che non ti sposa perché ha sposato Cristo, non contentandosi del primo che passa e la dice bella. Però questo accade dopo, c’è anche un prima, e il prima è quando Pietro cerca il figlio, e soprattutto i soldi per quelle stoffe che gli ha dato da vendere. Quel figlio fannullone che non sa far altro che ridere e cantare, con la madre francese che trova mille scuse per lasciarlo fare. Trovasse pure i soldi se ne è capace. Non lo vede tornare e lo va a cercare. Non sta a chiedere per vederti o parlare, perché ho bisogno della tua presenza, per capire meglio la mia essenza. Rivuole i soldi, dove sono i miei soldi? Gli giunge voce che Francesco stà a San Damiano. Va a San Damiano e lo accoglie un prete con Francesco nascosto dietro una porta. Si sente dire «Da te non voglio niente. Prendi i tuoi soldi da quella finestra». Più che parole al vento, è quello che vediamo dipinto sulla parete intorno alla nicchia, dove quel prete gettò la borsa che sapeva di sterco. C’è Francesco che prega davanti a una croce, Francesco che dà la sua borsa a un prete, c’è il padre Pietro che corre a San Damiano con una clava in mano. Il dramma è tutto lì, la risposta sta soffiando il vento.

Elvio Lunghi

Insegnante pensionato non ha perso il vizio di raccontare storie

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