22 Giugno 2025

Hai ucciso ancora, come sempre.

Claudio Volpi
Hai ucciso ancora, come sempre.
San Francesco davanti al Sultano - Giotto - particolare

Siamo sempre fermi lì, nonostante tutto, a fare la guerra, ad uccidere ed essere uccisi.

Una poesia potente di Salvatore Quasimodo, pubblicata quasi ottanta anni fa, ma che potrebbe essere stata scritta oggi.

 

Uomo del mio tempo

 

Sei ancora quello

della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo.

Eri nella carlinga,

con le ali maligne,

le meridiane di morte,

t’ho visto,

dentro il carro di fuoco,

alle forche,

alle ruote di tortura.

T’ho visto: eri tu,

con la tua scienza esatta

persuasa allo sterminio,

senza amore,

senza Cristo.

Hai ucciso ancora,

come sempre,

come uccisero i padri,

come uccisero gli animali

che ti videro per la prima volta.

E questo sangue

odora come nel giorno

quando il fratello

disse all’altro fratello:

“Andiamo ai campi”.

E quell’eco fredda, tenace,

è giunta fino a te,

dentro la tua giornata.

Dimenticate,

o figli,

le nuvole di sangue.

Salite dalla terra,

dimenticate i padri:

le loro tombe

affondano nella cenere,

gli uccelli neri,

il vento,

coprono il loro cuore.

Claudio Volpi

Nato ad Assisi, dove vive e lavora. Laureato in Lettere Moderne, si occupa di Arte e Antiquariato, ha una Galleria D’Arte nel centro storico della città. Dagli anni ottanta ha pubblicato diverse raccolte di poesie, l’ultima quest’anno con il volume “Voci Versate”, Casa Editrice Pagine Roma.

Seguici

www.assisimia.it si avvale dell'utilizzo di alcuni cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore se vuoi saperne di più clicca qui [cliccando fuori da questo banner acconsenti all'uso dei cookie]