Claudio Carli aveva una grande sensibilità poetica e si dilettava lui stesso nello scrivere brevi riflessioni, in una contaminazione fra il poetico e il prosastico.
Le molteplici e variegate esperienze artistiche di Claudio lo hanno portato anche a integrare (forse è meglio dire: commentare), con i suoi disegni, le opere di 2 poeti assisani, contemporanei sia pure appartenenti a generazioni diverse: Piero Mirti e Claudio Volpi. “Per ignoti sentieri” era la prima opera di Claudio Volpi (poco più che ventenne) e Claudio Carli, che era già un artista affermato, decise di accompagnarlo in questa avventura letteraria. Si incontrarono, Volpi gli diede l’insieme dei suoi scritti, spiegando con poche parole quale fosse il sentimento che aveva ispirato quel lavoro. Carli dopo poche settimane si ripresentò con tutti i disegni: fu perfetta sintonia. Piero Mirti era già un intellettuale, un poeta affermato, anzi una delle menti letterarie più fulgide della Città. I due si conoscevano da tempo e si stimavano. Bastava pochissimo per far comprendere, l’uno all’altro, il senso del proprio lavoro. “L’età del pane” è il mondo contadino. Tema ricorrente anche nella cultura artistica di Claudio Carli che perciò ha avuto gioco facile nel rappresentare e assecondare la sensibilità poetica e di Piero Mirti.