Oggi due poesie di Franco Arminio, che abbiamo pescato in sintonia con pensieri che ci girano in testa in questi giorni dell’anno.
Ce ne accorgiamo
quando muore
che cosa enorme sia
quando uno è vivo.
Ce ne accorgiamo
che potevamo essere
più dolci,
che era un miracolo
vedere i suoi occhi
sentire la sua voce.
Il miracolo della vita
non è che siamo vivi,
ma che lui fosse vivo,
che lui fosse in piedi
coi suoi vestiti,
lui che raccontava
una storia,
lui che dormiva
su una sedia.
Che cosa enorme
è accorgersi dei vivi
senza aspettare
di vederli morti,
che stupore
deve essere guardarli,
abbracciarli,
che bene ogni giorno
essere vivi assieme a loro,
vivere perché ci sono loro.
2
Amo i luoghi
pieni di crepe,
amo i vecchi,
i paesi abbandonati,
i dolori che ci aprono,
le gioie che portano
il cielo in ogni vena.
Hanno detto che le crepe
fanno passare la luce,
ma poi chi può le chiude.
Non è bello invecchiare,
perdere amici, sonno, memoria,
non è bello
sentire che il tempo è poco,
la vita si guasta,
il dente annerisce,
il ginocchio cede.
Quello che conta però
è restare ospitali:
se passa la luna
nel tuo corpo
è bello che ancora
si senta a casa.