Farò in tempo a raccontare in episodi gli avvenimenti della mia vita privata[1], d’insegnante, delle attività politiche e di pubblico amministratore[2]?
Liliana[3], le figlie, i nipoti, i parenti tutti, dopo la mia dipartita ne potrebbero venire a conoscenza in più particolari dettagli. Soprattutto nei più reconditi pensieri. Quelli che spesso non si ha il coraggio di esternare. Ho qualche dubbio se ne avrò il tempo e la minima capacità di organizzare con ordine avvenimenti e pensieri degli anni vissuti. Evidenziare come da me sono stati spesi, con la volontà e la sincerità di denunciare pregi e difetti.
Desidero tentare per soddisfare questo desiderio, lasciare un ricordo. Lo faccio senza nessuna presunzione. Ho sempre riconosciuto i miei limiti, i quali però nella vita hanno sempre suggellato i miei successi.
È stata la mia massima di sempre, quella di “non chiedere mai più di quello che puoi dare”. Nei riguardi della famiglia alcune difficoltà le ho passate a mia moglie, ritenendola più capace di me in certe cose. Nella vita politica, lasciando il passo agli amici che ne sapevano di più; nell’attività della pubblica amministrazione, ascoltando la gente, stando in mezzo ad essa con trasparenza, preoccupandomi di capire e risolvere i problemi.
Chiarito in breve lo scopo di questo mio scritto e avendo denunciato candidamente le mie possibilità di narratore, chiedo perciò tanta pazienza ai miei intimi lettori[4].
[1] È il caso, dato che immediatamente di seguito il lettore comincerà a trovare nomi e riferimenti che potrebbero essergli ostici, fornire subito un quadro biografico di riferimento. E.B. è nato ad Assisi, nel quartiere di San Giacomo, il 3 settembre 1920, è cresciuto nella campagna di Cannara a causa del lavoro dei genitori e ha conseguito (con qualche ritardo, di cui egli stesso ci dirà) un diploma di Istituto Magistrale grosso modo in coincidenza con l’avvio della II guerra mondiale. Terminata la guerra ha preso servizio come maestro di scuola e nel 1945 si è sposato con Liliana Rinaldi. Dopo aver abitato in affitto per qualche tempo a Piazza san Rufino, a Palazzo Minciotti, la famiglia è cresciuta con la nascita della figlia Laila nel 1946 e si è adattata a sistemarsi provvisoriamente nella casa paterna di E.B., in via Capobove. Ma è solo una soluzione di passaggio perché nel 1949 nascerà la seconda figlia, Anna, e nel 1950 la famiglia si sottrarrà alla scomoda convivenza, peraltro tutt’altro che inusuale per un tempo in cui l’affollamento degli appartamenti era la regola, trasferendosi in un appartamento d’affitto all’inizio di via Dono Doni. Ma è già in cantiere una soluzione definitiva: E.B. ha aderito a una cooperativa di maestri elementari che promuove la costruzione di alcune palazzine appena fuori le mura civiche, appena oltre Porta Nuova giusto a valle di una recente piccola lottizzazione INA casa, così che nell’ottobre del 1954 la famiglia potrà trasferirsi nell’ampio e moderno appartamento di via Madonna dell’Olivo n.30.
[2] Lo scritto risale al 1991, quando E.B. ha raggiunto i 71 anni. L’età non è così notevole, ma egli versa in cattive condizioni di salute. Di qui, il timore di non avere abbastanza tempo per far fronte al compito che si è dato, e d’altro canto la morte lo coglierà il 21 febbraio 1993, a nemmeno 73 anni.
[3] Si tratta della moglie di E.B., Liliana Rinaldi. Liliana era nata ad Assisi il 4 settembre 1925, figlia di Guido Rinaldi e Maria Benincampi, ed è scomparsa il 18 dicembre 2012 a 87 anni di età. Si è sposata con E.B. il 27.10.1945, Diplomata maestra, è stata impiegata presso l’ufficio imposte dirette di Assisi.
[4] L’aggettivo si spiega con la destinazione di questo memoriale, nelle dichiarate intenzioni dell’autore strettamente riservata ai familiari. Le due figlie di E.B. hanno però creduto giusto e opportuno, in ragione del ruolo pubblico a lungo ricoperto dal padre e del tempo trascorso ormai dalla sua scomparsa, condividere il testo con i concittadini assisani, espungendo solo una ridotta parte più personale.