Non sono probabilmente molti gli assisani con meno di 40 anni che sappiano chi sia stato Enzo Boccacci. Eppure quest’uomo, negli anni ’70 dello scorso secolo, ha ricoperto per due legislature di seguito la carica di Sindaco di Assisi (l’ultimo espresso dal capoluogo), ed è stato un brillante protagonista di primissimo piano della politica locale per almeno venti anni. Per evidenti motivi anagrafici non sono neppure numerosi quelli che lo ricordano come appassionato maestro nelle scuole pluriclasse della montagna.
Tanto più è lamentabile questa distrazione collettiva quanto invece, seguendo la parabola esistenziale di Boccacci iniziata nel 1920 e conclusasi nel 1993 – una vita non breve, ma neppure lunga –, non solo c’è molto da apprendere sulla storia recente di Assisi e su un modo di fare politica che sembra ormai perduto per sempre, ma si possono insieme riconoscere i tratti profondi di una assisanità declinata in forme e modi ormai in via di estinzione.
L’oggetto di questa pubblicazione è appunto un memoriale che Enzo Boccacci, già malato da tempo, pochi anni prima di morire ha sentito la necessità, tutta privata, di consegnare alla sua famiglia. Si tratta di ricordi molto personali, essenzialmente concentrati sulla sua infanzia e sulla sua esperienza di maestro di montagna, mentre solo marginalmente e molto discretamente fa capolino la sua esperienza politica, pur così centrale nella sua vita; ma si tratta anche di un testo molto godibile, spesso umoristico benché su un fondo di tristezza senile, ben scritto e meditato, in cui la sincerità commovente di tanti passaggi fa largamente aggio su qualche indugio retorico, e chi ha conosciuto l’autore ritroverà l’eleganza di approccio che gli era unanimemente riconosciuta in vita. Per questo e in ragione del tempo trascorso ormai dalla sua scomparsa, le due figlie Laila e Anna hanno generosamente creduto giusto e opportuno condividere il memoriale con i concittadini assisani, espungendo solo una ridotta parte più intimamente familiare.
Ecco quindi disponibile il memoriale di Enzo Boccacci, che per praticità si è creduto opportuno dividere redazionalmente in capitoletti. Il lettore potrà, volendolo, semplicemente abbandonarsi al flusso di racconto dell’autore, scoprendolo sempre attento a tener viva l’attenzione del suo (nelle intenzioni) ristretto pubblico; o potrà anche arricchire la lettura seguendo in parallelo le note redazionali, che cercano di contestualizzare i fatti privati e colmare qualche lacuna, con particolare attenzione all’esperienza politica su cui Boccacci è avaro di dettagli, rinviando egli a un testo seguente che, purtroppo, non ha più scritto. Ma poco conta: nell’uno e nell’altro caso si avrà il piacere di immergersi, tra impagabili giochi d’infanzia, allegre battute di caccia e infuocati consigli comunali, nella ricchezza di vita di un uomo notevole, che si è sempre sentito senza esitazioni un assisano a parte intera.
Francesco Lampone