Un comunicato del Comune comparso su AssisiNews in data 1o settembre 2025 informa la cittadinanza che sono state avviate indagini geotecniche ai fini della realizzazione di un nuovo impianto di risalita dall’area di Parcheggio di Porta Nuova fino alla Porta da cui si entra nel centro storico antico dal lato orientale.
Il comunicato spiega che i dati sono necessari alla esecuzione di due ascensori panoramici con capienza di 30 persone ciascuno in sostituzione della scala mobile ormai obsoleta e chiusa per motivi di sicurezza. Gli ascensori garantiscono la salita e la discesa, a differenza della scala mobile che funzionava solo per la salita, e in caso di guasto permettono la continuità del servizio. Servizio che è una risposta innovativa e concreta a cittadini (??) e turisti per raggiungere più facilmente il centro storico.
Il progetto è stato affidato alla Sintagma Srl che ha illustrato il progetto il 29 agosto corrente. Previa autorizzazione da parte della Soprintendenza Sapab, cioè del Ministero della Cultura, l’appalto verrà assegnato entro la fine dell’anno e i lavori saranno avviati nei primi mesi del 2026. In chiusura il comunicato avverte che il finanziamento di 2 milioni di euro è stato assegnato dal CIPESS in occasione degli eventi dell’anno francescano 2026.
L’informazione è lineare ed esauriente per chi non ne vuole sapere di più. Anzi va oltre, e anticipa che il progetto contribuirà a risolvere l’assetto del piazzale. Mancano i dettagli ma la semplice osservazione avverte l’attuale congestione e disfunzionalità del piazzale di Porta Nuova, tra cartelli, barriere e baracchini inutili, assembramenti di gente, auto in sosta prolungata e autobus in transito, sia di servizio che turistici, questi ultimi spaesati forse dalla troppa o dall’assenza di efficace segnaletica.
In effetti dalla nota del Comune veniamo a sapere cosa si tratta, più o meno l’area interessata, chi ha fatto il progetto, i tempi dell’appalto e della esecuzione. Ma non si conosce il vero oggetto del progetto, l’estensione in superficie, la volumetria, il profilo, la linea estetica, i materiali. Il comunicato è così assertivo, come un fait accompli, per cui non bada di rendere noti alla cittadinanza i veri contenuti del progetto.
Se le motivazioni sono opinabili -e qui ci sarebbe da discutere sul concetto di “accoglienza” e come sia diventato elastico a fronte di una marea di turisti di “passaggio”- è invece oggettivo che una nuova costruzione infranga una ideale zona di rispetto alle mura e al cassero trecentesco. Dal 1913 non si assisteva ad una costruzione così fisicamente prossima alla cittadella antica. Non si può negare che il nuovo e il vecchio possano coesistere, vi sono esempi di grande valore architettonico a testimonianza. Ma vi sono numeri impressionanti di scempi e fallimenti a prova contraria. Ma di tutto questo le scarse informazioni rilasciate dal Comune non fanno cenno. Usano il termine “innovativo” per qualificare il progetto. Onestamente, non basta, ci vuole di più, molto di più.
In conclusione, si chiede cosa ne sarà della Montagnola e del piazzale ottocentesco. Si chiede all’Amministrazione trasparenza per una decisione a cui i cittadini possano partecipare quale fattore attivo. Perché non si tratta di un’opera di ordinaria cura e manutenzione -a proposito della quale c’è ben molto da fare!- ma di un lavoro che impatta brutalmente un punto delicato del paesaggio urbano e la storia presente e futura della città.
