Oggi torniamo su alcune poesie del grande poeta americano Mark Strand.
Tenendo le cose assieme.
In un campo
io sono l’assenza
di campo.
Questo è
sempre opportuno.
Dovunque sono
io sono ciò che manca.
Quando cammino
divido l’aria
e sempre
l’aria si fa avanti
per riempire gli spazi
che il mio corpo occupava.
Tutti abbiamo delle ragioni
per muoverci
io mi muovo
per tenere assieme le cose.
La malinconia sepolta del poeta.
Un ‘estate, quand’era ancora giovane, stava alla finestra e si chiedeva dove fossero andate quelle donne sedute in riva al mare che guardavano, aspettavano qualcosa che non sarebbe mai arrivato, il vento lieve sulla pelle, che soffiava loro ciocche sciolte di capelli sulle labbra. Da che stagione erano cadute, da che idea di grazia si erano allontanate? Tanto tempo era passato da quando le aveva viste nel loro splendore solitario, grevi nella loro apatia, inscenare la triste storia della speranza abbandonata. Era l’estate in cui era uscito nella sera miracolosa, nel mare di tenebra, come fosse la prima volta, per emanare luce propria, ma ciò che emanò era la tenebra, ciò che trovò era la notte.