Verso una rete ciclabile per la Piana di Assisi. A che punto siamo?
Il progetto del Parco della Piana di Assisi è stato avviato nell’ottobre dello scorso anno con la presentazione di un documento progettuale (consulta qui il documento) sottoscritto da una rete di associazioni per immaginare la grande area verde di fondovalle tra Assisi e Bastia Umbra come parco territoriale capace di ricucire i nostri centri urbani in chiave ecologica, ambientale e sociale. Si tratta di un nuovo modo di guardare il territorio secondo un modello di sviluppo che mette al centro il concetto di ecologia integrale.
In sintesi, la proposta si articola secondo tre parole chiave da cui discendono interventi fortemente integrati da attuare in modo incrementale:
a) Spazio: Potenziare i collegamenti ciclabili e pedonali tra centri della piana ricucendo le relazioni tra Assisi, Bastia Umbra, Santa Maria e le frazioni dando continuità ai pochi tracciati esistenti ed integrando la rete in base al trasporto pubblico locale con particolare riferimento alle stazioni ferroviarie. È stato presentato un progetto di rete al Comune di Assisi con il quale è stato deciso di finanziare un primo tratto ciclabile dalla stazione di Santa Maria degli Angeli fino al percorso verde di Bastia passando per via Borsi, via Francesca e via Isola Romana, proseguendo il percorso esistente tra Santa Maria degli Angeli-Rivotorto. L’idea è quella di dedicare metà carreggiata del tratto già ampiamente usato dai cittadini nel fine settimana lungo via Isola Romana (strada del Canile) come pista ciclabile permanente e permettere una condivisione in sicurezza della carreggiata tra ciclisti e automobilisti negli altri tratti.
Fig.1 Progetto della rete ciclabile della Parco della Piana di Assisi a cura di F. Berni, M. Lanfaloni, S. Sagramola
b) Cultura: Prevedere un palinsesto di iniziative culturali nella piana per riscoprire le sue bellezze e vocazioni storiche e paesaggistiche posizionando nell’immaginario collettivo le potenzialità di questi luoghi da difendere, tutelare e vivere come spazi per correre, passeggiare, giocare, fare sport e dove acquistare prodotti agricoli freschi. Le iniziative sono state organizzate dalle associazioni aderenti al progetto da maggio a novembre e sono state un’utile modalità per provare insieme alle persone i percorsi proposti nel punto precedente portando anche alla revisione di alcuni tracciati.
Fig.2 Iniziativa organizzata da Assisi exp di riscoperta dei luoghi del primo francescanesimo
c) Regole: Rivedere il sistema normativo con una profonda revisione del piano regolatore generale per tutelare la piana di Assisi attraverso una difesa attiva del territorio. La proposta è stata presentata al Comune di Assisi ma non ha avuto ancora un esito concreto. Si tratta di un passaggio importante considerando anche i crescenti livelli di consumo di suolo nel nostro comprensorio.
Fig. 3 Iniziativa organizzata da Legambiente di cura e pulizia della Piana
Approfondimento: La rete ciclabile nella Piana
Al momento la ciclabilità nel territorio della piana di Assisi è quasi all’anno zero: troppo poco si sta facendo per rendere sicure le strade a chi si muove in bicicletta, sia all’interno dei principali centri urbani, sia nel territorio; pochi sono i percorsi dedicati ai ciclisti, spesso scollegati tra loro e limitati a brevi tratti; in generale sembra mancare una visione complessiva di rete, che dia continuità e sicurezza a chi si muove in bicicletta.
Eppure il territorio della Piana ha diverse potenzialità che lo rendono estremamente adatto ad essere percorso in bicicletta (o anche a piedi, a seconda delle distanze): è per lo più pianeggiante, le frazioni sono poste a distanze ravvicinate tra loro (spesso nel raggio di 3-4 km, o anche meno) e l’estensione della Piana di Assisi nel suo complesso è di pochi km (tra Petrignano e Spello la distanza è di circa 17 km, tra Assisi e Cannara neanche 8), condizioni del tutto compatibili con l’uso della bicicletta.
Esistono inoltre una molteplicità di strade locali o secondarie, strade di accesso a pochi edifici o terreni agricoli, sentieri, strade bianche, a volte segno della centuriazione romana nella piana, che corrono parallele o perpendicolari alle più trafficate strade provinciali, da mettere a sistema per la mobilità attiva.
Il progetto, curato grazie anche a Fiab Perugia Pedala, [LL1] propone di cogliere il potenziale esistente per creare una rete di percorsi ciclabili capace di collegare tra loro le aree urbanizzate e i principali servizi o poli attrattivi del territorio così da offrire una reale alternativa all’auto privata negli spostamenti quotidiani, secondo la prassi europea di “separare se necessario, condividere se possibile”.
Dovunque è possibile, pertanto, si sfrutteranno quelle strade a basso traffico e a ridotta velocità, indicate precedentemente, per realizzare percorsi ciclabili in carreggiata in condivisione con le auto. Questo può avvenire se si garantiscono condizioni di sicurezza per tutti gli utenti della strada: ossia bassa velocità per i veicoli a motore (sotto i 30 km/h) e riduzione del traffico, specie quello di attraversamento.
In questi tratti, gli interventi da attuare si limiteranno a rendere continui, sicuri ed illuminati quei punti che ancora non lo sono (come incroci, attraversamenti, tratti della carreggiata troppo larghi, ecc.), a garantire un buon fondo stradale per i ciclisti e ad inserire la segnaletica dedicata. La stessa cosa è auspicabile anche in quartieri residenziali o in altre zone più urbanizzate, dove probabilmente andrà fatto un ridisegno complessivo della strada per dare sicurezza tramite l’uso diffuso di elementi di moderazione del traffico, la riduzione degli spazi delle auto, l’inserimento di sensi unici, ecc., realizzando ad esempio zone 30.
Nei tratti di strada dove queste misure non si possono o vogliono introdurre, ad esempio su strade ad alto scorrimento o di collegamento tra parti del territorio, o per attraversare altre infrastrutture esistenti (come ferrovia, ss75 e corsi d’acqua), si rende necessario separare i percorsi dei ciclisti dal traffico veicolare per garantire la sicurezza, come è avvenuto sul tratto che collega Santa Maria degli Angeli a Rivotorto.
Operare in questo modo, in linea con le linee guida europee e le esperienze dirette di tante città e territori, permetterà di ottenere una rete ciclabile sicura in tempi piuttosto rapidi e a costi ridotti rispetto alla costruzione da zero, o quasi, di una rete completamente separata dal traffico veicolare infattibile per limiti di risorse, di tempo e di spazio. Tuttavia per funzionare appieno è necessario rendere ciclabili anche i due principali centri urbani della Piana, Santa Maria degli Angeli e Bastia Umbra, creando condizioni di sicurezza in cui pedalare per raggiungere la propria destinazione finale.
Come prospettiva futura, la rete potrebbe anche estendersi verso sud-est verso Spello e da qui verso il folignate e verso nord-ovest fino al Tevere e diverse frazioni del perugino, così da connettere territori più ampi e raggiungere più utenti.
Al tempo stesso, oltre all’uso utilitaristico per gli spostamenti quotidiani, la presenza di una rete ciclabile nel territorio della Piana apre la possibilità anche ad altri usi legati allo sport e al tempo libero e può esser strategica per potenziare il cicloturismo, un settore in crescita che da una parte consente di scoprire da altre prospettive e in maniera sostenibile le ricchezze culturali, paesaggistiche, enogastronomiche e umane del territorio, dall’altra può portare allo sviluppo di nuove economie e posti di lavoro, e al consolidamento di quelle esistenti. Attività che Fiab, come altre associazioni, già promuove attivamente in tutta Italia.