Il rischio di un conflitto atomico è piuttosto incombente.
E a questo punto nessuno può fare finta di niente, è inutile dividersi fra chi sta dalla parte dell’Ucraina e chi riconosce le ragioni di Putin. Fra pacifisti a tutti i costi (e della prima ora) e sostenitori della “guerra giusta”.
Di fronte al rischio di un viaggio tragico senza ritorno è necessario mobilitarsi, fare la voce grossa.
Significa mettere insieme le coscienze ed elevare un potente grido di pace, che possa avere una eco vastissima, che rimbalzi in tutto il Pianeta
Gli assisani hanno la possibilità e il dovere di diventare protagonisti, di innescare quella fiamma di pace che potrebbe scuotere le sensibilità dei potenti.
Proviamo a far sì, questa volta, che Assisi diventi soggetto attivo ovvero palcoscenico di iniziative dall’alto o dall’esterno.
L’Amministrazione comunale, le comunità religiose, il Centro Pace e le associazioni di ogni tipo potrebbero farsi promotori di una giornata di mobilitazione, dentro alla città ma rivolta al mondo: sit-in, momenti di meditazione e preghiera, letture di brani per la pace, performance artistiche e teatrali e tutto quello che serve per far sì che durante una giornata la nostra Città pulluli di energie per la Pace.
Assisi ha un ruolo centrale e, di conseguenza, una responsabilità superiore rispetto al resto del mondo per essere la città natale di Francesco, il profeta del dialogo, della difesa dei più deboli e indifesi. Assisi è la stella polare dalla quale deve uscire una voce di Fratellanza che rimbalzi nel Pianeta.
Non perdiamo tempo, la situazione è grave e angosciante, mettiamoci la faccia e le energie, ognuno per quel che può, nel nome del nostro Fratello Santo.