La crisi pandemica ha stimolato un intenso dibattito internazionale intorno alla questione del rilancio dei centri ‘minori’ del paese e della profonda dualità – in termini di risorse e opportunità – nei confronti delle grandi città.
Le realtà metropolitane hanno drenato, nel tempo, risorse e competenze, prosciugando come delle idrovore i territori intorno. Esse, di fatto, hanno catalizzato nel loro perimetro possibilità lavorative e opportunità di crescita. Ma forse qualcosa si è inceppato.
Il ritorno verso centri urbani, piccoli e vivibili, sfruttando le possibilità del telelavoro sta diventando un argomento di dominio pubblico e non più strettamente confinato all’ambito accademico [1].
Questa cornice rafforza nuovamente l’idea di rilanciare la città di Assisi e soprattutto il suo centro storico come luogo attrattivo a cui fare ‘ritorno’ generando nuove forme di abitare e produrre.
Nella nostra città, tuttavia, esistono delle condizioni ‘critiche’ già richiamate in vari articoli pubblicati su Assisi Mia. In sintesi, la perdita di servizi essenziali e l’emorragia di abitanti disegnano una traiettoria verso una città ‘contenitore’ in cui la disponibilità di alloggi è ancor più compromessa da affitti a breve termine sul modello Airbnb.
Una strada per un suo possibile rilancio può essere ricercata lavorando secondo una strategia incrementale procedendo per piccoli passi, con interventi mirati. Abbiamo parlato di ‘innesti funzionali’ o ‘azioni di ago-puntura urbana’ da concentrare su fabbricati sotto-utilizzati e in disuso.
Si tratta in sostanza di creare spazi dedicati al lavoro, funzioni pregiate e nuove forme di abitare completando l’offerta funzionale di edifici parzialmente in uso o inserirla ex-novo in luoghi completamente abbandonati, lavorando prioritariamente su aree di proprietà pubblica.
Ma quali sono questi edifici nella nostra città?
Qualsiasi strategia non può prescindere da un quadro di conoscenza locale su cui impostare delle riflessioni progettuali. Pertanto, come primo passaggio concettuale, l’idea è di sviluppare una mappatura per comprendere il patrimonio spaziale a disposizione su cui lavorare concretamente.
Di fatto, non risulta disponibile ad oggi uno strumento simile nel nostro Comune.
Riteniamo fondamentale costruirlo coinvolgendo tutti i cittadini attraverso un metodo semplice e accessibile per avere una visione d’insieme su cui ideare eventuali soluzioni migliorative.
Questo per dare ‘spazio’ a chi abita la città tutti giorni e per condividere le conoscenze di ciascuno partecipando alla realizzazione di uno strumento collaborativo.
Si tratta di un modello sperimentale – potenzialmente replicabile anche nel resto del territorio comunale – già attivato in molte realtà italiane [2].
Come funziona?
Da un’idea elaborata insieme, il gruppo “Interstizi – spazi di quotidianità” ha realizzato la mappa “I vuoti di Assisi” su Google, alla quale tutti i cittadini sono invitati a contribuire: qui diviene essenziale la partecipazione della collettività, al fine di mettere in gioco una conoscenza condivisa e costruire insieme proposte concrete per il rilancio di alcuni spazi, ottimizzando le risorse a disposizione e sottoutilizzate.
Link per visualizzare la mappa: https://tinyurl.com/yyblg7qm
La mappa è una bozza in divenire. Essa è stata predisposta secondo una classificazione per categorizzare i vari tipi di edificio oggetto di analisi. In questa fase iniziale sono stati inseriti prioritariamente alcuni immobili pubblici interessanti per consistenza e posizione ripresi dall’elenco ufficiale pubblicato dal Comune di Assisi.
In merito a tali immobili, invitiamo i cittadini ad aggiungere le informazioni mancanti accedendo all’apposito link indicato in nota [3] seguendo le relative istruzioni.
È di particolare interesse individuare se gli immobili siano in disuso parziale o totale, specificando, nel primo caso, le funzioni già presenti. A questo è utile aggiungere anche l’eventuale presenza di associazioni o realtà socio-culturali esistenti, in modo da coinvolgerle nelle future progettualità.
Il presente lavoro riguarda in primis gli immobili pubblici, ma non esclude quelli privati, che in futuro, potrebbero essere messi a disposizione da proprietari – con tutte le opportune garanzie – attraverso specifici strumenti come il ‘patto di collaborazione’. Questo dispositivo è presente anche nel Comune di Assisi attraverso il regolamento in materia di beni comuni urbani.
In molte esperienze presenti anche nel nostro paese [3], piuttosto che lasciare spazi privati in stato vegetativo, alcuni proprietari hanno scelto di valorizzarli affidandoli ‘temporaneamente’ ad enti del terzo settori e associazioni locali. Pertanto la mappa potrà contenere anche un ulteriore livello informativo costituito da immobili privati in stato di totale o parziale inutilizzo, o immobili in cui avviene già un utilizzo occasionale e disponibili alla collettività per eventuali iniziative.
A nostro parere, si tratta di una possibilità da non escludere a priori.
Aiutateci a condividere e diffondere l’iniziativa, in modo che la mappa risulti quanto più completa possibile! Ne dipende il suo successo e il buon funzionamento. Grazie della collaborazione.
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[1] Tra le varie ricerche e casi sperimentali citiamo il progetto di Giancarlo de Carlo per il borgo telematico di Colletta di Castelbianco.
[2] Per avere alcuni esempi di esperienze di trasformazione urbana collaborativa e mappature partecipate si rimanda al sito www.riusiamolitalia.it e www.temporiuso.org
[3] ISTRUZIONI per modificare e intergare la mappatura
– Cliccare sul link per aprire la mappa ed editarla: https://www.google.com/maps/d/edit?mid=19Y8rFGKg5wUBNrHnjtAIbJ409oS__Nl9&usp=sharing
– Per VISUALIZZARE le informazioni presenti, selezionare i singoli segnalini, riepilogati in legenda.
– Per EDITARE ed aggiungere informazioni, cliccare sul simbolo del secchiello (‘stile’), attivando così la modalità di modifica; quindi compilare i campi preimpostati.
– Per AGGIUNGERE un nuovo segnalino, individuare sulla mappa la posizione, selezionare la categoria dell’immobile in legenda, poi il simbolo della goccia rovesciata in alto (‘aggiungi indicatore’) e cliccare sul punto con la localizzazione esatta dell’immobile da inserire. Compilare i campi preimpostati.
Il gruppo di lavoro si occuperà di gestire in modo ordinato le modifiche che verranno effettuate, per garantire coerenza di forma e contenuti. Per ulteriori informazioni, potete contattarci tramite l’e-mail interstizi.spazidiquotidianita@gmail.com, dalla nostra pagina Facebook o Instagram.