“E’ la cronaca di una morte annunciata, la sua, quella che il poeta Refaat Alareer ha scritto in Se devo morire, il libro che raccoglie i suoi scritti e che Piemme adesso manda in libreria. Palestinese di Gaza, insegnante di Letteratura presso l’Università islamica della Striscia, con il suo inglese perfetto Alareer è stato nelle prime fasi della guerra una delle voci del racconto dall’interno di Gaza, in particolare sui social e presso i media americani: raccontava la paura dei bambini, la mancanza di cibo e medicinali, il terrore che la Storia, quella delle precedenti operazioni israeliane contro la Striscia, con le loro migliaia di morti e la distruzione che si erano portate dietro, fosse destinata a ripetersi. Lo raccontava bene, tanto bene che la madre lo aveva pregato di smettere: per paura che Israele decidesse di metterlo nel mirino ed eliminarlo pur di farlo tacere…. E infatti il 6 dicembre 2023 un missile israeliano ha centrato la casa della sorella dove Alareer aveva cercato rifugio, uccidendo il poeta, la donna, due dei suoi figli e un altro fratello. Una strage seguita, pochi mesi dopo, a quella in cui in circostanze simili è morta la figlia del poeta, Shymaa….Se devo morire parla di un uomo che amava la vita, che ne traeva piacere e che, allo stesso tempo, prendeva molto seriamente la sua missione di educatore per la liberazione del suo popolo. La sua vita è stata spezzata ingiustamente dai suoi oppressori perché lui impiegava la parola scritta per sfatare le loro menzogne. Refaat metteva in campo tutta la sua saggezza, il suo intelletto e il suo umorismo per prendersi gioco dell’occupazione israeliana e delle deboli narrazioni che Israele diffondeva riguardo a Gaza. Ma se Israele credeva che ucciderlo significasse annientare il suo ascendente, deve essere rimasto profondamente deluso. Refaat è oggi noto in tutto il mondo a milioni di persone che hanno letto i suoi scritti, seguito le sue interviste e fatto volare gli aquiloni come omaggio alla sua opera… Refaat Alareer ci invita a non dimenticare ciò che è accaduto e continuare a guardare quello che deve ancora accadere” ((F.Caferri). Ecco la sua famosa profetica poesia.
Se devo morire
Se devo morire,
tu devi vivere
per raccontare
la mia storia
per vendere le mie cose
comprare un prezzo
di stoffa
e dei fili,
(fallo bianco,
con la coda lunga)
così che un bambino,
da qualche parte a Gaza
mentre guarda il cielo
negli occhi
aspettando papà che
se ne è andato
tra le fiamme,
senza dire addio
a nessuno
nemmeno alla sua carne
nemmeno a sé stesso,
veda il mio aquilone,
l’aquilone che
hai fatto tu,
volare in alto
e per un momento pensi
che sia un angelo
che restituisce amore.
Se devo morire
che porti speranza
che sia una storia.