Dopo la presentazione di amici comuni, in particolare di Pia Bruzzichelli, con seguente corrispondenza epistolare, Adriana Zarri, teologa e scrittrice, chiese a Claudio di fare un murale nella sua casa di Strombino nella campagna torinese.
In una lettera, poi riportata in Quaestio 98. Nudi senza vergogna (Milano, Camunia, 1994) Adriana scriveva a Claudio: «È un romanzo teologico col mitico giardino costantemente sullo sfondo (…) tutto sarà di nuovo Eden: le mie piante, le mie bestie, la mia casa ‘inventata e vissuta’ stando al tuo dire, ‘come un angolo di Paradiso terrestre’. E hai detto bene perché potando gli alberi e coltivando l’orto ho sempre avuto la sensazione di coltivare il mitico giardino: di costruirlo qui in questa terra di peccato, come un ricordo ed un presagio, una memoria antica ed una nuova profezia. Scusami Claudio se ho mescolato troppo le mie vicende teologiche e narrative – che poi sono vicende esistenziali, tanto la narrazione ci coinvolge – con figurazioni della tua pittura. Forse tu stesso mi hai messo su questa strada rilevando l’ambientazione della tua opera nello spazio ritmato e scolpito della mia abitazione».
[Il brano è citato da Mariano Apa, Claudio Carli, «Rocca», 80, 07 (1 aprile 2021), p. 59]