Le case del cuore, mostra collettiva, Studio Watts, collettiva, Vicolo Gemine Astolfi, 2, Sangemini, dal 1 dicembre 1996 al 6 gennaio 1997.
Au noir, personale alla Galleria Arteuno, via de’ Redi 9/11, Arezzo, maggio 1997
Le opere della mostra —dal titolo de romanzo di Yourcenar L’oeuvre au noir— sono un irruente distacco dai paesaggi di luci e valori tonali che aveva caratterizzato fino ad allora la pittura di Claudio. Una fase, lunga nel prosieguo degli anni, di meditazione sul dolore o sull’imperscrutabile destino dell’umanità.
Giuliano Serafini, curatore indipendente e collaboratore del Museo Pecci di Prato, aveva scritto a proposito dei venti quadri esposti: «Il nero, dentro cui l’opera di Carli sta precipitando, diventa così il limite di una soglia assoluta, estrema, che è visiva ed estetica non meno che morale e mentale. L’artista ha abbandonato l’olio per il carboncino, aderendo quanto più possibile alla materia prima che si identifica con il nero, che di nero è chimicamente costituito, eludendo ogni meditazione e interpolazione strumentale … Tutto, in questi paesaggi disintegrati, sembra prendere costintenza minerale. Nell’asprezza delle forme emergenti su questi fogli, il segno assume spessore tettonico, quasi si fosse giunti ad un livello “geologico” dell’immagine, a quel momento primordiale che si rivela nella tensione energetica degli elementi.»