Nella mostra Autumn Leaves si intrecciano direttrici emozionali ben precise: la nostalgia del bosco, il richiamo all’atmosfera del jazz (Erroll Garner) e della poesia (Jacques Prévert). L’altalena simboleggia l’infanzia, l’innocenza perduta e quei ricordi che ricompaiono costanti nella mente di ognuno.
La presentazione di Giorgio Croce fa un buon lavoro nel cucire i diversi fili messi nell’ordito.
Il filmato di Lucio Piermaria racconta con efficacia la dimensione sociale dell’impegno artistico di Claudio Carli: dopo il lavoro di preparazione c’è di nuovo la festa, gli amici, lo stare insieme e mangiare conversando.
AUTUMN LEAVES
Le foglie si colorano di tinte forti e poi, in un ballo lento e senza premura, si lasciano cadere: è autunno. Questa è anche la stagione che ha ispirato Prévert. Le parole di una sua poesia, musicate, sono diventate una hit mondiale, cantata e suonata dai più grandi artisti. La versione jazz di Errol Garner “Autumn leaves”, che è anche il titolo di questa mostra, è qualcosa d’incantevole che sfiora la classicità intrigante di un Rachmaninov. Claudio ha voluto un po’ ricordare, con questo suo nuovo appuntamento d’arte, l’atmosfera delle nottate passate, con amici, ad ascoltare jazz e a crogiolarsi nella versione garneriana de Le foglie morte. Ma non bisogna fare l’errore di pensare che questi ricordi siano conditi dalla tristezza del tempo passato e della gioventù che fu. Claudio li vive con una sorta di nostalgia… del futuro ovvero è conscio dell’importanza di quello che non c’è più, ma sa che fortunatamente c’è stato. Oggi è un giorno nuovo. Il suo spirito ricorda quello del De Andrè che canta “…è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”.
Questa mostra, una grande installazione, occupa l’interno dell’HosteriaNOVA e prosegue all’esterno, affacciandosi sulla strada. È una poesia articolata in più suoni che inizia ad essere declamata nel locale, con grandi tele, quasi finestre aperte su boschi, dove i tronchi dipinti si presentano tridimensionali. Foglie morte fanno da tappeto frusciante, sul pavimento, mischiate a pagine, di libri, ingiallite ed un po’ accartocciate: loro foglie della memoria e della conoscenza. Si è colti da una sensazione straniante, tra sogno e realtà. Questo bosco che invade il locale, prorompe all’esterno. Esce con prepotenza, da una crepa del muro, con un albero, senza foglie, che tende a graffiare coi rami, ma con dolcezza, l’aria. Un’altalena solitaria pende da un suo ramo, per ricordarci che, anche se oggi è lì ferma, ha comunque dondolato vite, regalando loro la gioia di potersi librare nell’aria. Quest’artista, con la sua creatività, ribadisce che non vuole che i suoi siano ricordi tristi, da rimpiangere, bensì momenti grazie ai quali è arrivato ad essere l’uomo che oggi è. E così accende la scritta Autumn leaves sulla facciata dell’HosteriaNOVA, un muro antico che tanta storia ha vissuto nell’ Assisi, città famosa in tutto il mondo, quasi a dare un battesimo altro. Un nuovo nome al locale, almeno per il periodo in cui ospiterà la mostra. Claudio Carli è figlio di questa città, di queste mura, di questa natura e di questa energia creativa; fa tesoro del percorso d’arte fin qui esplorato, ma il suo sguardo va oltre. Scruta già i prossimi orizzonti
Autumn Leaves, presentazione di Giorgio Croce.