16 Novembre 2025

Devi cambiare la tua vita.

Claudio Volpi
Devi cambiare la tua vita.

Alcune poesie di Mary Oliver (1935-2019), splendida poetessa americana vincitrice del National Book Awards 1992 e del Premio Pulitzer 1984, concentrata sulle meraviglie della natura e della vita quotidiana con i loro intrecci interiori, che molte volte ci sfuggono imperdonabilmente.

 

Invito

Oh, hai tempo

di soffermarti

un attimo soltanto

nella tua giornata

 

così impegnativa e importante

per i cardellini

che si sono radunati

in un campo di cardi

 

per una battaglia musicale,

per vedere chi

riesce a cantare

la nota più alta

o quella più bassa,

 

o la più espressiva

delle gioie

o la più tenera?

I loro becchi

forti e smussati

bevono l’aria

 

mentre si sforzano

melodiosamente

non per il tuo bene

e non per il mio

 

e non per il gusto

di vincere

ma per puro piacere

e gratitudine,

credeteci, dicono

è una cosa seria

 

essere vivi

in questa fresca mattina

nel mondo spezzato.

Ti prego,

 

non passare oltre

senza fermarti

ad assistere

a questo spettacolo

piuttosto ridicolo.

 

Potrebbe significare qualcosa.

Potrebbe significare tutto.

Potrebbe essere ciò che

intendeva Rilke

quando scrisse:

Devi cambiare la tua vita.

 

Dichiara pace

Dichiara pace

con il tuo respiro.

Inspira uomini

d’arme e d’attrito,

espira edifici interi

e stormi di merli

dalle ali rosse.

Inspira terroristi

ed espira alberi di acero.

Inspira quanto

è caduto

ed espira amicizie

di tutta una vita

ancora intatte.

Dichiara pace

con il tuo ascolto:

quando senti sirene,

prega ad alta voce.

Ricorda quali sono

i tuoi strumenti:

semi di fiori,

spilli da vestiti,

fiumi puliti.

Prepara una minestra.

Fai musica,

impara come

si dice grazie

in tre lingue diverse.

Impara a fare la maglia,

e fai un cappello.

Pensa al caos

come mirtilli che danzano,

immagina il dolore

come l’espirazione

della bellezza

o il gesto del pesce.

Nuota per andare

dall’altra parte.

Dichiara pace.

Il mondo non è

mai apparso

così nuovo e prezioso.

Bevi una tazza di tè

e rallegrati.

Agisci come se l’armistizio

fosse già arrivato.

Non aspettare

un altro minuto.

 

Le oche selvatiche

Non devi essere buono.

Non devi camminare

sulle ginocchia

per centinaia di miglia

nel deserto, per espiare.

Devi solo lasciare

che il delicato animale

del tuo corpo

ami ciò che ama.

Parlami della disperazione,

la tua, e io

ti parlerò della mia.

Intanto il mondo va avanti.

Intanto il sole

e le luminose

perle di pioggia

si stanno spostando

attraverso il paesaggio,

sopra le praterie

e gli alberi profondi,

le montagne e i fiumi.

Intanto le oche selvatiche,

alte nella pulita aria blu,

di nuovo si stanno dirigendo

verso casa.

Chiunque tu sia,

non importa quanto solo

ti senta,

il mondo si offre

alla tua immaginazione,

ti chiama

come le oche selvatiche,

stridenti e eccitanti,

annunciando ripetutamente

il tuo posto

nella famiglia delle cose.

 

Mi preoccupavo

Mi preoccupavo parecchio.

 

Per il giardino: crescerà?

 

Per i fiumi: scorreranno

nella giusta direzione?

 

Per la Terra: sta girando

nel modo in cui dovrebbe?

 

E se non è così,

come posso io

correggere le cose?

 

Avevo torto o ragione,

 

sarò perdonata?

Posso fare di meglio?

 

Sarò mai in grado

di cantare?

Persino gli uccelli

 

sanno farlo mentre io…

io sono senza speranza.

 

La mia vista

sta già calando

 

o me lo sto immaginando?

 

Mi verranno i reumatismi,

l’artrite, la demenza?

 

Finalmente mi resi conto

che preoccuparmi

non mi portava

da nessuna parte.

 

E ho lasciato perdere.

Ho preso il mio

vecchio corpo,

 

sono uscita fuori

nella luce del mattino

 

e ho cantato.

 

 

Claudio Volpi

Nato ad Assisi, dove vive e lavora. Laureato in Lettere Moderne, si occupa di Arte e Antiquariato, ha una Galleria D’Arte nel centro storico della città. Dagli anni ottanta ha pubblicato diverse raccolte di poesie, l’ultima quest’anno con il volume “Voci Versate”, Casa Editrice Pagine Roma.

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