Alcune poesie di Mary Oliver (1935-2019), splendida poetessa americana vincitrice del National Book Awards 1992 e del Premio Pulitzer 1984, concentrata sulle meraviglie della natura e della vita quotidiana con i loro intrecci interiori, che molte volte ci sfuggono imperdonabilmente.
Invito
Oh, hai tempo
di soffermarti
un attimo soltanto
nella tua giornata
così impegnativa e importante
per i cardellini
che si sono radunati
in un campo di cardi
per una battaglia musicale,
per vedere chi
riesce a cantare
la nota più alta
o quella più bassa,
o la più espressiva
delle gioie
o la più tenera?
I loro becchi
forti e smussati
bevono l’aria
mentre si sforzano
melodiosamente
non per il tuo bene
e non per il mio
e non per il gusto
di vincere
ma per puro piacere
e gratitudine,
credeteci, dicono
è una cosa seria
essere vivi
in questa fresca mattina
nel mondo spezzato.
Ti prego,
non passare oltre
senza fermarti
ad assistere
a questo spettacolo
piuttosto ridicolo.
Potrebbe significare qualcosa.
Potrebbe significare tutto.
Potrebbe essere ciò che
intendeva Rilke
quando scrisse:
Devi cambiare la tua vita.
Dichiara pace
Dichiara pace
con il tuo respiro.
Inspira uomini
d’arme e d’attrito,
espira edifici interi
e stormi di merli
dalle ali rosse.
Inspira terroristi
ed espira alberi di acero.
Inspira quanto
è caduto
ed espira amicizie
di tutta una vita
ancora intatte.
Dichiara pace
con il tuo ascolto:
quando senti sirene,
prega ad alta voce.
Ricorda quali sono
i tuoi strumenti:
semi di fiori,
spilli da vestiti,
fiumi puliti.
Prepara una minestra.
Fai musica,
impara come
si dice grazie
in tre lingue diverse.
Impara a fare la maglia,
e fai un cappello.
Pensa al caos
come mirtilli che danzano,
immagina il dolore
come l’espirazione
della bellezza
o il gesto del pesce.
Nuota per andare
dall’altra parte.
Dichiara pace.
Il mondo non è
mai apparso
così nuovo e prezioso.
Bevi una tazza di tè
e rallegrati.
Agisci come se l’armistizio
fosse già arrivato.
Non aspettare
un altro minuto.
Le oche selvatiche
Non devi essere buono.
Non devi camminare
sulle ginocchia
per centinaia di miglia
nel deserto, per espiare.
Devi solo lasciare
che il delicato animale
del tuo corpo
ami ciò che ama.
Parlami della disperazione,
la tua, e io
ti parlerò della mia.
Intanto il mondo va avanti.
Intanto il sole
e le luminose
perle di pioggia
si stanno spostando
attraverso il paesaggio,
sopra le praterie
e gli alberi profondi,
le montagne e i fiumi.
Intanto le oche selvatiche,
alte nella pulita aria blu,
di nuovo si stanno dirigendo
verso casa.
Chiunque tu sia,
non importa quanto solo
ti senta,
il mondo si offre
alla tua immaginazione,
ti chiama
come le oche selvatiche,
stridenti e eccitanti,
annunciando ripetutamente
il tuo posto
nella famiglia delle cose.
Mi preoccupavo
Mi preoccupavo parecchio.
Per il giardino: crescerà?
Per i fiumi: scorreranno
nella giusta direzione?
Per la Terra: sta girando
nel modo in cui dovrebbe?
E se non è così,
come posso io
correggere le cose?
Avevo torto o ragione,
sarò perdonata?
Posso fare di meglio?
Sarò mai in grado
di cantare?
Persino gli uccelli
sanno farlo mentre io…
io sono senza speranza.
La mia vista
sta già calando
o me lo sto immaginando?
Mi verranno i reumatismi,
l’artrite, la demenza?
Finalmente mi resi conto
che preoccuparmi
non mi portava
da nessuna parte.
E ho lasciato perdere.
Ho preso il mio
vecchio corpo,
sono uscita fuori
nella luce del mattino
e ho cantato.