05 Maggio 2024

Le luci si spengono. Paul Auster.

web@mancinellidesign.com, Claudio Volpi
Le luci si spengono. Paul Auster.

Martedì scorso a 77 anni è morto a New York un nostro amico, Paul Aster, scrittore, drammaturgo, regista, poeta.  Siamo andati a ricercare i suoi capolavori tra i nostri libri, ‘L‘invenzione della solitudine’, ‘Trilogia di New York’, ‘Timbuctù’ e altri, abbiamo realizzato sorpresi e sgomenti che la sua umanità moderna e poetica ci ha accompagnato da molti anni praticamente per tutta la nostra vita. Sì, non lo abbiamo mai conosciuto di persona, ma ugualmente era un nostro amico, ci conosceva meglio di molti amici che ci sono vicino fisicamente, questa è la magia dei libri, del pensiero, della parola. Ci viene in mente l’atmosfera affettuosa e straniante del racconto ‘Timbuctù’, il libro che abbiamo più amato, dove abituati a viaggiare insieme sulle strade americane Willy, poeta giramondo, e Mr. Bones, cane dalla spiccata intelligenza, vengono separati dai freddi giochi del destino. Mr. Bones dovrà imparare a cavarsela da solo, e a difendersi forse soprattutto da chi lo vorrà aiutare. Così continuerà a scappare, finchè in lui nascerà la convinzione di poter raggiungere Willy a Timbuctù, terra favolosa dove uomini e cani parlano la stessa lingua, e conversano da pari a pari.  Oggi lo vogliamo ricordare con alcune parole prese dai suoi libri, in prosa, ma che ugualmente hanno una grande forza poetica, sono semplicemente poesia. Così la collezione dei suoi libri è finita; un giorno potremo rileggerlo, come già stiamo facendo, qua e là, per nostalgia di noi stessi.

Da ‘L’invenzione della solitudine’

‘Un giorno ‘c’è la vita.

Per esempio, un uomo sano,

neanche vecchio,

senza trascorsi di malattie.

Tutto è com’era prima

e come sarà sempre.

Passa da un giorno all’altro

pensando ai fatti suoi,

sognando solo il tempo

che ancora gli si prepara.

Poi, d’improvviso,

capita la morte.

Un uomo esala

un leggero sospiro,

si abbandona sulla sedia,

ed è la morte.

La sua subitaneità

non lascia spazio al pensiero,

non dà occasione allo spirito

di cercare una parola

che possa consolarlo.

Restiamo soli con la morte,

col dato inoppugnabile

della nostra mortalità.

La morte dopo lunga malattia

possiamo accettarla

con rassegnazione.

Anche la morte accidentale

si può attribuire

al destino.

Ma che un uomo muoia

senza causa apparente,

che muoia solamente

perché è uomo,

ci spinge  così vicino

all’invisibile confine

tra la vita e la morte

da farci domandare

su che lato di esso

ci troviamo.

La vita si fa morte,

ed è come se quella morte

avesse posseduto

questa vita da sempre.

Morire senza preavviso.

Come dire:

la vita si interrompe.

E può interrompersi

in qualsiasi momento’.

 

Da ‘Timbuctù’

‘Non doveva aspettare

che arrivasse il momento;

ora il momento

dipendeva da lui.

Tutto quello

che doveva fare

era mettere piede sulla strada

e si sarebbe ritrovato

a Timbuctù,

nella terra delle parole

e dei tostapane trasparenti,

delle ruote di bicicletta

e dei deserti infuocati,

dove i cani discorrono

con gli uomini

da pari a pari.

Sulle prime Willy

Lo avrebbe disapprovato,

ma solo perché avrebbe creduto

che Mr. Bones fosse arrivato

fin lì togliendosi la vita.

Invece Mr. Bones

non si proponeva

nulla di così volgare.

Voleva  solo fare un gioco,

quella specie di gioco che

qualsiasi vecchio cane

malato e pazzo

avrebbe tentato.

E lui adesso era questo, no?

Un vecchio cane

pazzo e malato.

…..

E così,

in quello splendido

mattino d’inverno virginiano,

accadde che Mr. Bones,

detto anche Sparkatus,

compagno di strada

del defunto poeta Willy G.Christmas,

si apprestò a dimostrare

di essere un campione

fra i cani.

Avanzando dall’erba

sul bordo orientale della strada,

attese un varco

nel traffico e poi

cominciò a correre.

Pur essendo debole

gli restava un po’

di sprint nelle gambe,

e appena trovò

l’andatura giusta,

si sentì più forte

e più felice di quanto

non gli fosse capitato da mesi.

Corse verso il frastuono,

verso la luce,

verso il fulgore e il rombo

che gli venivano incontro

da tutte le direzioni.

Con un pò di fortuna,

prima che il giorno finisse

si sarebbe ricongiunto con Willy’.

 

Da  ‘Sunset Park’

Smettila di sperare

in qualsiasi cosa

e vivi solo

per il presente,

per questo istante passeggero,

l’adesso che è qui

poi non c’è più,

trascorso per sempre’.

 

Da ‘Mr. Vertigo’

‘Chiudete gli occhi;

allargate le braccia

e lasciatevi svaporare.

A quel punto,

poco alla volta,

vi solleverete da terra.

Ecco, così’.

 

Da ‘L’invenzione della solitudine’

‘E’ stato.

Non sarà mai più.

Ricorda’.

 

                                    Paul Auster

 

 

 

Claudio Volpi

Nato ad Assisi, dove vive e lavora. Laureato in Lettere Moderne, si occupa di Arte e Antiquariato, ha una Galleria D’Arte nel centro storico della città. Dagli anni ottanta ha pubblicato diverse raccolte di poesie, l’ultima quest’anno con il volume “Voci Versate”, Casa Editrice Pagine Roma.

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