Nella lingua inglese, che ha un talento per le definizioni fulminanti, esiste un’espressione che si adatta bene a Carlo Angeletti, un assisano di cui si sta commemorando il decennale dalla scomparsa: “bigger than life”. A Carlo, o meglio Carletto, o meglio ancora Carletto del Tillo per i concittadini, una sola vita sembrava andare stretta, benché la sua sia stata una vita piena, di affetti e di successi. Troppe idee, progetti, sogni gli bollivano in testa, conducendolo a giocare le proprie (buone) carte su più tavoli contemporaneamente. Provocato, era piuttosto pronto a rilanciare che a ritirarsi. Attaccato, era piuttosto pronto a mordere che a leccarsi le ferite. Ed era soprattutto uomo generoso di sé e delle sue cose. Il suo orizzonte era Assisi, e per chi sa quanto vale questo nome e questa città non era un orizzonte ristretto, tutt’altro, perché era proprio così che egli vedeva la propria città: con larghezza.
Uomini del genere lasciano un’eredità morale difficile da sostenere, ma la moglie Antonietta e la figlia Fulvia continuano a spendere bene i loro talenti per non lasciare cadere questo pesante testimone. Lo straordinario evento di questo giovedì, il grande concerto musicale gratuito in onore di Carlo sul prato antistante la Basilica di San Francesco (ma anche antistante al suo locale, dove tanta parte della vita egli ha speso) né è un fulgido esempio. Carlo avrebbe adorato vedere, in questo luogo a lui caro forse quant’altri mai, tanti dei suoi numerosi amici assisani, insieme ad ancor più numerosi turisti dall’Italia e dal mondo intero, godersi bella musica e danzare allegri sul prato. E certamente gli sarebbe venuto in mente di combinarne presto un’altra, più grossa. C’era un’aria di festa, giovedì sera sul prato di San Francesco: un’aria di famiglia, un’aria di casa. Una bella serata assisana.