Fra i molti modi possibili di essere assisani – assisani del capoluogo, si intende – ad Umberto era capitato (o lo aveva scelto?) il più vero, che non era e non è né il più comodo, né il più adatto alle ipocrisie comunicative. Chi conosce gli assisani sa che, con tutte le eccezioni del caso, non è sempre facile avere a che fare con loro: “popolo dispiacevole, poco cortese aforastieriné meno a sé stessi”, annotava un viaggiatore del XVI secolo. Non si equivochi: Umberto era persona di naturale e squisita cortesia, ma questo non gli impediva di dire quel che pensava benché potesse suonare sgradito, perché era anche e soprattutto un uomo di solidi princìpi. Un buon modo questo per farsi amici devoti e fedeli,ma anche qualche nemico qua e là, ed egli andava a suo modo orgoglioso di entrambe le cose. Della prima di più, però.
Fra i più devoti e i più fedeli di questi amici c’erano certamente i componenti del gruppo vocale “Commedia Harmonica”: Non già direttore, ma primus inter pares, Umberto Rinaldi ha messo a disposizione le sue capacità per dare corpo ideale e sostanza artistica a un gruppo di amici che si e evoluto presto in un’affiatata comunità: un piccolo miracolo come a volte gli assisani – i migliori tra loro – sanno fare, dimostrando a sé e agli altri come le note difficoltà che affliggono la vita sociale cittadina non impediscano di realizzare in amicizia cose belle e di qualità. Un progetto di successo perseguito con accanimento, suo e di tutti i sodali della “Commedia”, senza altra ricompensa che il piacere di fare la cosa giusta; un progetto figlio illegittimo di quel Calendimaggio che tanta importanza ha avuto nella vita di Umberto; un progetto assisano come pochi altri.
Nonostante le molte insistenze, AssisiMia non è a lungo riuscita ad averlo tra i propri autori di testi, con rammarico perché non mancava certo di idee, né di argomenti per sostenerle. Ma il suo apprezzamento per il lavoro della rivista rimaneva solido, così che è alla sensibilità di Umberto Rinaldi che si devono i suggerimenti musicali che hanno contribuito al successo di uno dei migliori abbecedari di AssisiMia, quello dedicato alla “pietà degli assisani”. E un testo infine, un testo di valore, è poi arrivato in occasione della pubblicazione recente, nella primavera del 2023, del volumetto “Vittorio Rinaldi. Una storia assisana” per i tipi di AssisiMia. Un testo bello e commovente in cui il lettore vede sciogliersi un nodo antico dell’anima dell’autore, stretto dagli echi familiari della memoria e della storia di questo zio mai personalmente conosciuto – Vittorio Rinaldi appunto, vittima della repressione fascista.
Si rilegga con attenzione quel testo: si troveranno intelligenza, rigore, passione, pietà, rabbia, comprensione, devozione cristiana, amore incondizionato e insieme critico per la propria città e i concittadini, un senso profondo dei legami familiari, e molto altro ancora. Tutte cose utili per capire e, ormai purtroppo, rimpiangere Umberto.