25 Gennaio 2024

Un assisano se n’è andato

Francesco Lampone
Un assisano se n’è andato

Fra i molti modi possibili di essere assisani – assisani del capoluogo, si intende – ad Umberto era capitato (o lo aveva scelto?) il più vero, che non era e non è né il più comodo, né il più adatto alle ipocrisie comunicative. Chi conosce gli assisani sa che, con tutte le eccezioni del caso, non è sempre facile avere a che fare con loro: “popolo dispiacevole, poco cortese aforastieriné meno a sé stessi”, annotava un viaggiatore del XVI secolo. Non si equivochi: Umberto era persona di naturale e squisita cortesia, ma questo non gli impediva di dire quel che pensava benché potesse suonare sgradito, perché era anche e soprattutto un uomo di solidi princìpi. Un buon modo questo per farsi amici devoti e fedeli,ma anche qualche nemico qua e là, ed egli andava a suo modo orgoglioso di entrambe le cose. Della prima di più, però.

Fra i più devoti e i più fedeli di questi amici c’erano certamente i componenti del gruppo vocale “Commedia Harmonica”: Non già direttore, ma primus inter pares, Umberto Rinaldi ha messo a disposizione le sue capacità per dare corpo ideale e sostanza artistica a un gruppo di amici che si e evoluto presto in un’affiatata comunità: un piccolo miracolo come a volte gli assisani – i migliori tra loro – sanno fare, dimostrando a sé e agli altri come le note difficoltà che affliggono la vita sociale cittadina non impediscano di realizzare in amicizia cose belle e di qualità. Un progetto di successo perseguito con accanimento, suo e di tutti i sodali della “Commedia”, senza altra ricompensa che il piacere di fare la cosa giusta; un progetto figlio illegittimo di quel Calendimaggio che tanta importanza ha avuto nella vita di Umberto; un progetto assisano come pochi altri.

Nonostante le molte insistenze, AssisiMia non è a lungo riuscita ad averlo tra i propri autori di testi, con rammarico perché non mancava certo di idee, né di argomenti per sostenerle. Ma il suo apprezzamento per il lavoro della rivista rimaneva solido, così che è alla sensibilità di Umberto Rinaldi che si devono i suggerimenti musicali che hanno contribuito al successo di uno dei migliori abbecedari di AssisiMia, quello dedicato alla “pietà degli assisani”. E un testo infine, un testo di valore, è poi arrivato in occasione della pubblicazione recente, nella primavera del 2023, del volumetto “Vittorio Rinaldi. Una storia assisana” per i tipi di AssisiMia. Un testo bello e commovente in cui il lettore vede sciogliersi un nodo antico dell’anima dell’autore, stretto dagli echi familiari della memoria e della storia di questo zio mai personalmente conosciuto – Vittorio Rinaldi appunto, vittima della repressione fascista.

Si rilegga con attenzione quel testo: si troveranno intelligenza, rigore, passione, pietà, rabbia, comprensione, devozione cristiana, amore incondizionato e insieme critico per la propria città e i concittadini, un senso profondo dei legami familiari, e molto altro ancora. Tutte cose utili per capire e, ormai purtroppo, rimpiangere Umberto.

Francesco Lampone

Lavora come responsabile dell’Area Legale e Relazioni Internazionali dell’Università per Stranieri di Perugia. Si occupa occasionalmente, per passione, della storia di Assisi. Ha pubblicato per le edizioni Assisi Mia, in collaborazione con Maria Luisa Pacelli, il volume: Assisi: un viaggio letterario, dove si esplora l’identità cittadina attraverso lo sguardo di cento visitatori illustri.

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