L’importanza dei dati aperti e consultabili per le scelte future del nostro territorio
In questi mesi, con l’impegno di tante associazioni, cittadini e ricercatori sono state avviate varie iniziative di valorizzazione del nostro territorio come il parco della piana di Assisi. Inoltre sono emerse molte riflessioni anche legate al rilancio del centro storico come evidenziato nella conferenza dello scorso autunno organizzata da Assisi Mia in sala della Conciliazione.
Una di queste riguarda la necessità di un piano dei servizi per il nostro territorio attraverso cui rilanciare il centro storico di Assisi come punto di riferimento per i residenti del Comune.
Sfida ardua anche per la difficoltà di reperire dati, rilievi e cartografie.
Un esempio sono gli edifici di proprietà pubblica in centro storico che possono rappresentare l’unica e decisiva possibilità di rigenerazione della città antica. Sono luoghi da ripensare come ‘cittadelle polifunzionali’ a partire da una riorganizzazione dei servizi pubblici esistenti che nel tempo hanno perso di senso a seguito di progressive delocalizzazioni verso la piana. Idealtipico è il caso di palazzo Vallemani con una biblioteca disposta al quarto piano ormai distante dalle scuole un tempo presenti in zona. Un altro esempio è l’ex-Mattatoio in cui è opportuno installare una funzione attrattiva anche in relazione alla vicina scuola primaria Sant’Antonio e stralciare la parte in superficie del parcheggio di Mojano dalla convenzione con il gestore per concederlo ai residenti del Comune a titolo gratuito.
In sintesi è fondamentale selezionare edifici pubblici vicino a parcheggi ripensando il loro contenitore dove avviare servizi di qualità capaci di innescare un processo di riappropriazione degli spazi da parte dei cittadini del Comune di Assisi. Tuttavia per fare proposte mirate servono dati come ad esempio le piante degli edifici, che risultano difficilmente consultabili e scaricabili.
Per incoraggiare la cittadinanza ad impegnarsi per la propria città è opportuno rendere ‘realmente pubblico’ tutto il proprio patrimonio informativo a disposizione delle istituzioni locali (dati, cartografie, rilievi e altro) come ‘beni comuni’ da condividere all’esterno secondo una logica ‘open source’. Si tratta di un obiettivo fondamentale anche per stimolare il superamento dello spontaneismo nella definizione delle politiche territoriale verso un modello ‘evidence based’ basato sulle evidenze dei dati e la partecipazione civica.
In molte realtà del nostro paese si parla ormai di ‘citizen science’ una scienza in cui si costituiscono alleanze tra ricercatori universitari, associazioni del territorio e cittadini per avviare dei progetti di analisi e monitoraggio spesso in ambito ambientale. Si tratta di una suggestione che si può estendere a tanti temi che caratterizzano il nostro territorio dove la partecipazione delle varie energie del territorio possono realmente aiutare l’istituzione locale.
In sintesi, la presenza di dati aperti e disponibili per la collettività deve rappresentare quindi una delle priorità di una pubblica amministrazione odierna, specialmente di ridotte dimensioni come Assisi, per favorire l’impegno civico e la nascita di proposte dal territorio in un’ottica collaborativa tra pubblico e cittadini.