31 Maggio 2020

Rilancio del turismo: scoprire la vocazione laica

Giovanna Manzi
Rilancio del turismo: scoprire la vocazione laica

Strategia attiva e strategia passiva, il covid è un fatto, la sua gestione dipende dalle scelte che facciamo.
Questo si applica alle aziende, ma anche alle amministrazioni e alle comunità.  Quindi ridefinire uno scenario a partire da un fatto che delinea una situazione di incertezza non è facile. In genere, per tracciare strategie ci si basa sulle certezze ma tant’è, anche questo va accettato e gestito. Che riflessione fare quando si guarda una cittadina meravigliosa spopolarsi e non essere più attraente neanche per un turismo di massa che vedeva nei “gruppi” il suo generatore di maggiori ricavi?  Quel turismo è quello che soffrirà di più, riprenderà sicuramente ma con più lentezza, e quindi non aver creato negli anni delle alternative valide oggi comporta lo stare a guardare con una strategia passiva, aspettando solo che le cose ritornino come prima. Le domande sono tante, ma una è sicuramente la più importante: ritornerà tutto come prima? E se non facciamo niente per abbracciare il cambiamento che succederà alla prossima pandemia?
Ecco quindi che una riflessione e un agire collettivo sono, non solo auspicabili ma necessari.
C’è un modo, che se si vuole adottare dovrebbe coinvolgere tutti coloro che fanno parte di una comunità, e che potrebbe, in un’ottica di comunità aperta, coinvolgere anche soggetti che da expat, potrebbero dare dei contributi. L’ampiezza della base da “chiamare” a raccolta è poi una decisione politica che non discuto anche perché non sono titolata a farlo.
Il modo sarebbe quello che collettivamente si decidessero 2/3 filoni di focus della comunità, una sorta di ricerca di una “vocazione laica” da affiancare a quella religiosa che indubbiamente esiste e che in questo processo, daremo per assunta come è giusto che sia. Questi filoni dovrebbero essere sviluppati sia a beneficio di una comunità locale che va incentivata a tornare nel centro storico, sia per creare valore per un turista che sempre più alla ricerca di esperienze autentiche, ha interesse ad interfacciarsi con una cittadina via e vibrante. In più dovrebbero puntare all’eccellenza per farne motivo di attrazione e di orgoglio per gli abitanti stessi. Questa eccellenza dovrebbe essere riconosciuta in modo da essere veicolo di visibilità ulteriore.

La ricerca di “valori” laici potrebbe far trovare nella comunità assisana, quel perché che è essenziale per costruire un turismo esperienziale, necessario a diversificare i target e attrarre turismo di maggiore qualità, da più ampi bacini geografici in linea con la diversa percezione del turista.
Il processo di creazione di questa riflessione potrebbe esso stesso essere innovativo e ad esempio mutuare format che ci sono e che partono dal basso.
Un mese fa una grande comunità del turismo italiano, di cui anche io faccio, indegnamente parte, ha organizzato un evento eccezionale, pro bono, una Hackthon di 48 ore con iscritti oltre 1200 persone, più spesso giovani, coadiuvati da tutor che hanno dato vita a idee innovative per rilanciare il turismo italiano. Per farlo sono servite 3 professionisti, una gran volontà, un po’ di tecnologia e circa 25.000 euro di premi da assegnare, che abbiamo recuperato dagli sponsor.
A livello locale si potrebbe fare con meno e ottenere lo stesso un ottimo risultato. L’obiettivo? Definire 2/3 filoni scelti  della città e dai suoi abitanti che si dovrebbero perseguire sempre come pietre miliari a cui aggiungere via via progetti, ovvero il perché, identificato e isolato è indipendente dai colori politici, poi la politica andrà di volta in volta a definire il come.
Facciamo un esempio. Definisco che la sostenibilità e il green sono un filone essenziale, quindi è importante che ci sia un percorso di formazione nelle scuole, che ci sia un riciclo elevato (questo mi risulta che già c’è), che ci siano le rastrelliere per le bici assistite e le ricariche elettriche in giro, i monopattini, le macchine, gli scooter, lo sharing per i turisti e per gli abitanti, una tax free per chi usa i mezzi green, hotel che usino un protocollo di riduzione della plastica e degli inquinanti, degli incentivi per i progetti di riqualificazione delle centrali termiche, fotovoltaico e così dicendo. Pulire i sentieri sul Monte, incentivare i trekking.  Questo dovrà essere fatto in modo non solo eccellente, ma al fine di diventare la città più green di Italia, ad esempio. Quindi al filone dovranno poi abbinarsi degli obiettivi di medio e lungo periodo sui quali tutte le amministrazioni dovranno lavorare.  Questo aiuta il turismo? Certo apre i nuovi mercati perché in nord Europa è super attento a questi aspetti e ne fa un criterio di scelta della destinazione, in Italia dall’ultimo Osservatorio sull’Economia sostenibile si evince che il 47% preferisce scegliere mete in linea con il messaggio della sostenibilità.
O ancora, si identifica l’infanzia come priorità, bene vorrà dire che incentivo la sua accoglienza, tutti i ristoranti e bar sono accessibili ai bambini, con menu dedicati, che non pagano fino a xx anni, o che hanno sconti del yy%, gli alberghi hanno almeno il 25% di camere quadruple, i parchi giochi saranno sempre attivi ci saranno eventi dedicati, ci sarà un’attenzione all’infanzia che si declinerà anche come cifra di comunicazione, e così via. Pensate alla potenza di fuoco che potreste mettere in comunicazione con un messaggio di eccellenza dove tutti gli operatori si muovono in modo sincrono su una promozione turistica.
Un tema è lo sport, bene si incentiveranno la messa in opera degli impianti sportivi civici, si prediligeranno accoglienza per i gruppi sportivi, si organizza una maratona, si diventa centro di competenza per la fisioterapia, per il recupero detox, per l’alimentazione, si fanno politiche attive per la promozione dello sport, si scelgono quelli più adatti anche al territorio ovviamente. Anche qui di nuovo con obiettivi identificabili e misurabili che portino ad un riconoscimento e che diventano motivo di scelta per il turista che ama quel filone.

Insomma, se si definiscono dei filoni, il gioco come avete capito è fatto, poi le amministrazioni avranno il compito di definire il come, chi in un modo o chi in un altro, ci potrà piacere o meno la declinazione ma il filone rimarrà perché scelto da tutti in coerenza.
Al turista arriverà forte il messaggio e avremo intercettato non solo il turista lontano ma anche quello di prossimità.
Pensate ad esempio allo smart working, uno dei progetti che abbiamo premiato nell’Hackathon era una app che si chiamava Work your way, che promuoveva spazi fuori dai circuiti per lavorare in SW in posti ameni, e sapete che paesaggio aveva in home? Assisi! La strategia passiva non è mai stata una cosa saggia, perché non andrà tutto bene ma andrà come noi faremo in modo che vada.

Giovanna Manzi

Direttore generale WBH Italia

Seguici

www.assisimia.it si avvale dell'utilizzo di alcuni cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore se vuoi saperne di più clicca qui [cliccando fuori da questo banner acconsenti all'uso dei cookie]