“basta sia libero e spedito”
Sociologi e politici si avvitano spesso in verbose dispute per giungere a conclusioni già tratte da una saggezza popolare che muove sempre per le vie brevi. Caso esemplare è il divisivo confronto sull’archiviazione delle stereotipate categorie di identità sessuale; dibattito animato da tentazioni e resistenze nell’abbracciare come fluidi gli orientamenti di genere. La controversia ha ulteriori risvolti proprio in Assisi, dove permane il dubbio se tale fluidità possa aprire le porte dei conventi al via vai tra suore e frati. Mentre c’è chi ancora disquisisce, il popolino, refrattario alle elucubrazioni, già da tempo ha relegato il sesso biologico all’indifferenza. Ogni nascita è attesa nella convinzione che: “maschio o femmina è uguale, basta sia libero e spedito”. Tale inciso non è solo un auspicio di circostanza. L’affermazione ha la stessa forza della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, quelli inalienabili che conferiscono dignità alla vita. Libero è chi non ha un padrone a cui sottostare, spedito chi non ha impedimenti che lo possano limitare.