Percorrendo la SS 444 del Subasio che da porta Perlici conduce a Gualdo Tadino, superati le poche case sparse di Ponte Grande e Pian della Pieve, un cartello stradale indica sulla destra il bivio per la Madonna dei Tre Fossi, che si raggiunge dopo circa 3.5 km lungo strada stretta a tortuosa. Il Tescio prende il nome proprio dal santuario (479 m) nel punto di confluenza di 3 corsi d’acqua: fosso Oppico (luogo ombroso), fosso Trabocco (che esce fuori, che travasa), fosso della Madonna dei Tre Fossi.
Solo a valle del santuario i tre corsi d’acqua oramai riuniti danno origine al torrente Tescio.
Il punto più alto, la sorgente dell’Oppico, si trova a 796 m nel versante meridionale della dorsale monte Sente-monte del Cani, a valle della strada che collega Catecuccio con la bandita Cilleni. L’origine del nome, che richiama il fosso Tessino di Spoleto, il fosso Tissino in Valnerina, l’abitato di Tesina nella montagna folignate, potrebbe essere un portato etrusco in territorio umbro (prof. Picchiarelli).
Una volta acquisito il nome – Tesius, Texius quindi Tescio, “che scorre irruento” (prof. Ancillotti) – alimentava numerosi mulini fino al ponte S. Vetturino, avendo una portata d’acqua sicuramente maggiore rispetto a quella attuale.
Seguendo la corrente si trova: molinaccio su IGM (ora agriturismo l’antico mulino di Brunacci); molino di casa Passidono su IGM (ora agriturismo le querce di Assisi); molino di Costa di Trex su IGM (o di Brunacci); Molinaccio su IGM (già molino dei Canonici, ora molino di Beniamino); Molino di S. Rufino (o di S. Francesco, podere Tardioli su IGM, ora canile privato); Molino Dolci; Molinaccio su IGM (già molino Pianetto); molino di S. Vetturino (già di S. Pietro).
Nessuno di questi ha mantenuto la funzione originale, quasi tutti ben ristrutturati – solo pochi non esistono più – sono ora abitazioni o strutture turistiche.
Torniamo ai “Tre Fossi”, là dove inizia il Tescio, a due passi dal santuario, dalla parte opposta della strada, leggermente a valle, in prossimità della confluenza Oppico-Trabocco si trova la quercia più grande della montagna di Assisi, andate a vederla, portate un decametro a fettuccia e divertitevi a misurare la circonferenza “a petto d’omo” delle tre querce che nascono da un unico apparato radicale, gigantesco e maestoso, forte – appunto – coma una quercia.