L’itinerario a piedi proposto, è un anello con partenza e arrivo alla Chiesa di S. Apollinare a Capodacqua, piccolo agglomerato di case sparse alle pendici meridionali del Sacro Subasio, a metà strada tra il capoluogo e Spello, entrambi distano 6 km da qui.
La chiesa sembra sovradimensionata rispetto alle poche case dei paraggi, va comunque considerato che per Capodacqua si intende da sempre un vasto territorio compreso tra Rivotorto e Capitan Loreto.
Questi i dati
distanza: 7.2 km
dislivello complessivo salita: 240 m
dislivello complessivo discesa: 240 m
quota max: 490 m
quota min: 305 m
tempo stimato: 3 h + le soste
Dalla chiesa di S. Apollinare (330 m) si inizia a camminare direzione Assisi per poche decine di m, imboccando subito a dx lo stradello che porta al piccolo cimitero, che si costeggia su stradello in marcata salita tra gli olivi, giungendo su strada depolverizzata, vigilata da croce metallica (370 m).
Si continua verso dx in salita, accompagnati da querce secolari, oliveti ben curati, case restaurate con pietra a vista; in basso la Valle Umbra.
Al bivio (460 m), si prende verso sx Via Fosso di S. Benedetto, una strada a fondo naturale con paesaggio tutto da gustare, c’è di tutto.
Verso Valle la cuspide del Santuario di Rivotorto, la grande mole del cupolone di S. Maria degli Angeli, in lontananza Perugia con i suoi campanili, eppoi tutt’intorno olivi, querce, macchia mediterranea, lecci. Verso monte la mole verdeggiante del Sacro Subasio.
Senza problemi di orientamento si prosegue direzione Assisi, a volte appare la Rocca Maggiore che poi scompare per poi riapparire; lo stradello diventa asfaltato, non depolverizzato, ma proprio asfaltato con una spessa soletta nera.
Giusto così per dire: ma i nostri amministratori sono mai stati (almeno una volta nella vita per diamine) in Valdorcia? Là dove il rispetto del paesaggio è una autentica religione civica e un asfalto così su strada di campagna non lo farebbero mai; peraltro per questa strada passa pure la “Via di Francesco” (notare i segnavia giallo-blu), percorsa ogni anno da migliaia di pellegrini, viandanti, sognatori. Per loro niente strada a fondo naturale o depolverizzata di color chiaro, ma asfalto duro, puro, nero.
A Fontelabate (465 m) dove si giunge poco dopo, è d’uopo una sosta ristoratrice.
Proseguendo si giunge a evidente incrocio (435 m), con casa sulla dx caratterizzata da edicola votiva protetta da grata.
Qui si lascia la “Via di Francesco” (che prosegue in direzione Assisi, e dove sennò!) e si prende a sx in discesa su asfalto, Via S. Vitale; eleganti abitazioni sulla dx tra olivi, giardini curati, piante da frutto.
Al 1° bivio (410 m) si va a sx, al 2° bivio (395 m) ancora a sx; qui si lascia l’asfalto per imboccare uno stradello campestre, praticamente rettilineo e parallelo (a quota inferiore) alla Via Fosso di S. Benedetto prima percorsa.
Tra case restaurate con pietra a vista, coltivi, querce secolari, infiniti oliveti, si giunge con lievi saliscendi alla storica Fonte Malvarina (400 m), la più elegante dell’intero massiccio, con arco realizzato con la classica pietra di Assisi. Va precisato che questo fontanile è da tempo in stato di abbandono e ovviamente senza acqua.
Proprio di fronte si imbocca stradello campestre in marcata discesa che, sempre tra oliveti, va a sbucare sulla strada asfaltata Via Pieve di S. Apollinare (305 m).
Ora a sx in salita fino al bivio vigilato dall’edicola mariana “Madonna delle Cave” (340 m), cristallino esempio di devozione popolare.
Si va a dx in leggera discesa tra le poche case di Capodacqua; la chiesa di S. Apollinare (330 m) è lì a due passi.
Godetevi in tutta calma questo “anello del paesaggio”, senza mai dimenticare che siamo in presenza di un paesaggio prevalentemente culturale e non naturale, e che lo stesso può essere mantenuto, migliorato, degradato, dall’uomo.
Massima attenzione e cautela andrebbe posta quando la “struttura politico-amministrativa”, mette il timbro, concede il nulla-osta, a manufatti, varianti, superfetazioni, condoni, asfalto.
“il paesaggio è l’espressione dell’identità di un territorio, il cui carattere è il risultato di fattori naturali, umani, culturali e dalle loro interazioni”.
Cerchiamo di non degradarlo, ce lo invidiano da tutto il mondo, teniamocelo stretto !