Sono arrivato ad Hong Kong ieri notte.
Luci, densità, persone.
Mi fa pensare a Blade Runner.
Mangio una zuppa con verdure.
Mi fiondo in ostello. Angusto e sovraffollato come la città che mi ospita.
Non ho dormito molto,
mangio una banana e frutta secca scadente.
La mattina sembra una città diversa,
meno spavalda e veloce.
Prendo il tappetino e vado al Blackhead Point.
Una ripida collinetta verde nel cuore della città.
Esco dagli spazi angusti,
lascio le visuali di monoliti in acciaio e vetro,
di fronte a me si apre il grande specchio d’acqua su cui si affaccia Victoria Harbour.
Mi ricorda molto Singapore.
Una foresta di grattacieli multiformi come piante di età diversa affollano lo spazio ingentilito dalle boscose colline retrostanti.
La vista del braccio di mare che divide kowloon da l’isola di Hong Kong è interrotta dal passaggio da diverse imbarcazioni.
Una nave cargo cattura il mio sguardo. Sono attratto da queste piattaforme galleggianti arrugginite e cariche di materiali.
Il suo andamento lento con il motore che sembra brontolare per la fatica, mi fa pensare ad un vecchio anziano ricurvo che nonostante gli acciacchi, continua imperterrito a lavorare senza godersi gli ultimi anni di vita.
Un altro fascino rispetto ai pacchiani yacht tirati a lucido utile a sfoggiare i fasti egoici raggiunti dal classico riccone di turno.
Mi giro, un folto gruppo di anziani danzanti si muove con le antiche movenze del Qi Gong quasi tentando di fermare il tempo.
L’aria intorno a loro sembra diventare viscosa e il suo attrito rende i movimenti del corpo perfetti come una poesia.
Sento un rumore secco, uno schiocco polifonico mi affaccio dal parapetto.
Sotto c’è un’altra terrazza dove una manciata di persone fanno ginnastica insieme.
Li guardo ammaliato dal loro movimento.
Mi metto vicino per fare la mia pratica.
Sento il mio corpo leggero e potente mentre passo da un asana all’altra.
Cerco di coordinare respiro e movimento,
il sole mi illumina il viso scaldandomi il cuore.
L’aria fresca dal mare arriva delicata scuotendo delicatamente le piante che mi circondano.
Chiudo gli occhi, mi avvicino al vuoto in armonia con quello che mi contorna. Poco dopo mi alzo e provo a parlarci.
‘Good morning, I saw that you do Qigong, how can I try it with you?’
‘Our teacher leaves at 7 in the morning, come tomorrow we’ll talk about it with him, we’ll try to translate!’.
Il giorno dopo mi presento puntuale. Mi viene incontro il signore di ieri per salutarmi.
‘Warm up now, the teacher will be here later!’
Rimango un po’ interdetto. Sorrido.
‘Ok, I am going to do my yoga practice, let me know!’
Arriva poco dopo un assistente del maestro.
‘How long are you staying in HK?
‘Just few days, I looking for a short introduction to the QiGong practice’
‘Ok, we Will talk with the teacher’
Mi giro più tardi e hanno iniziato le loro delicate danze al rallentatore. Forse è un aspetto culturale non dire di ‘no’ diretto ma farlo capire. Sereno continuo la mia pratica, non è il momento probabilmente.
Nel padiglione vedo allestito un piccolo altarino con due statuine. Un vescovo cristiano con il bastone e il classico cappello affiancato ad una sorta di sposa probabilmente Maria.
Dietro un telo con rappresentata l’interno di una chiesa. Poco dopo gruppi di sole donne stendono teli in terra, allestendo lo spazio come fosse un picnic.
Non sembrano curarsi della mia presenza, mi salutano passando con grandi sorrisi.
Mi alzo, fermo una signora di nome Divina e le chiedo cosa stia succedendo.
‘Somos la comunidad filipina, nos reunimos todos los domingos para estar juntos y orar’.
Tutte sono vestite di bianco con dei veli ricamati sulla testa. Altre indossano uniforme blu e celeste alzano il braccio destro mettendosi sull’attenti con la mano destra sulla tempia.
‘Somos unas doscientas personas que venimos de diferentes partes del país.
Esta es nuestra iglesia. Verás, ahí está el altar con nuestro Papa’.
‘No sabía que tenías tu propio Papa en Filipinas’ gli rispondo sorpreso.
Sembra una parata militare, cantano l’inno nazionale alzando la bandiera.
Mi giro, dall’altro lato il gruppo di anziani continua con i loro leggiadri esercizi mentre musica latina incombe nello spazio. Sorrido pensando di vivere in un cortocircuito culturale e nel piacere dello stare nella bellezza del paradosso.