Maurizio Schmidt, regista e attore – Milano
Quando Ramberto mi ha dato la notizia, ci ho messo un po’ a capire che era lui. Perchè io non l’ho mai chiamato col suo nome; per me – come per tanti altri – era soltanto “il professore”. Ci siamo visti tante tante volte negli anni, per via di amici comuni, di concerti, spettacoli, cene e soprattutto partite di calcio alla TV. Non posso dire di essere stato suo amico, ma certamente che tutte le volte che ci siamo incontrati eravamo molto amici.
Perchè lo chiamassimo “il professore” per me non era un mistero: perché sapeva di tutto, davvero in tutti i campi dello scibile, ma soprattutto perché sapeva parlare di tutto, renderlo affascinante, stupirsene. Era un professore come si possono immaginare i filosofi dell’antichità, che camminando si chiedevano il perché delle cose e condividevano questo piacere con gli altri propri simili.
Quello che mi ha regalato è lo sguardo curioso di chi continua a farsi le domande di bambino nonostante le nozioni accumulate. Ad ogni stupore in lui corrispondeva una battuta, un salto immediato dalle stelle dei concetti alla buffa concretezza della vita, dettata da un senso dell’umorismo così raro, distaccato e mai giudicante. Capivi subito che tendeva alla festa, all’amicizia e non all’affermazione del proprio sapere. E che aveva una genuina curiosità per gli altri che ti faceva sentire importante.
Con chi adesso potremo passare serate a ricordare il nome di un terzino del Lecco degli anni ’70 o la formazione della Juve del ’69 o il nome di un allenatore o il minuto di un certo gol di una certa semifinale? Restiamo in pochi ad aver preso seriamente gli album delle figurine Panini come manuale di educazione alla vita: e adesso dovremo trovarci più spesso, aggiungendo a quegli album la sequenza delle gesta intellettuali e mnemoniche del professore.
Non voglio aggiungere altro di retorico, perché mi immagino subito cosa direbbe lui e come troverebbe il modo di rendere uno stupore divertente anche la sua mancanza. Però un abbraccio accademico al professore di tutti noi filosofi ignoranti glie lo voglio proprio mandare.