14 Febbraio 2025

§5 – Ecologia Francescana

Enzo Boccacci
§5 – Ecologia Francescana

Tutto era naturale, semplice, spontaneo. I comportamenti degli uomini venivano programmati dalle stagioni, non dal computer di oggi. Stagioni che si presentavano alla scadenza puntuali con tutte le loro caratteristiche. Il mugugno dei contadini era sempre scontato, mai come ho già accennato il tempo li soddisfaceva. Avrebbero voluto all’occorrenza sole o pioggia al loro comando sui propri appezzamenti di terra. Anche se in quei tempi le stagioni erano ben marcate nel proprio clima. Primavera era primavera, estate estate, autunno autunno, inverno inverno. L’uomo di oggi è riuscito a sovvertire anche le stagioni! Mantenga pure questi atteggiamenti nei confronti del creato, abbattendo, distruggendo foreste, inquinando mari, monti, paesi e città: tutto sarà ridotto in polvere e cenere, gli autentici prodotti che dà la morte. Per restare nell’ambiente a noi vicino, mi chiedo: se San Francesco tornasse e osservasse i fiumi Tescio, Chiascio, l’Ose[11], il Topino, mi spingo fino al Tevere per includere nella categoria uno dei grandi fiumi che rappresenta le condizioni in cui versano tutti i fiumi del mondo, trasformati in cloache? San Francesco, come era solito fare per la gioia dell’anima e lodare le bellezze del creato, saliva sul monte Subasio, il suo monte e cantava le lodi. Potrebbe farlo oggi? Constatando le condizioni attuali – pochi gli uccelli, scomparsi gli animaletti dell’habitat montano – al posto di variopinte farfalle troverebbe nuvole di mosche, tafani, succhiasangue, zecche, insetti di ogni specie, vedrebbe prati ricoperti non più dei fiori “del monte”: narcisi, ciclamini, violette; non sentirebbe più il profumo delle erbe aromatiche; non troverebbe le molte qualità di erbe medicamentose. Vedrebbe i verdi prati ricoperti di sterco animale per le centinaia di bovini, equini, suini, ovini lasciati al libero pascolo notte e giorno, estate e inverno. La domanda che mi pongo è questa: San Francesco, vista l’attuale situazione avrebbe potuto avere l’ispirazione di inserire nel “Cantico delle Creature”:

“Laudato si’, mi’ Signore, per sor’acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta” e i versetti che lodano la natura:

“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba”?

SORELLA ACQUA 

L’uomo d’oggi ha insozzato l’acqua e sta avvelenando la terra! L’acqua non più casta, la terra non più vergine. Se non verranno posti severi drastici rimedi, in un prossimo futuro l’umanità si renderà conto, a sue spese, della preziosità dell’acqua e dell’importanza di salvaguardare l’integrità della terra. Rivolgendo il pensiero al passato, quand’ero bambino mi recavo spesso nelle zone agricole di Cannara e sostavo ad osservare in vari punti sgorgare acqua spontaneamente dalla terra in grosse bolle, mi piaceva guardarle, a volte mi chinavo e mi dissetavo accostando le labbra a quelle spumeggianti sorgive. Arrivarono i primi pozzi artesiani. La curiosità di ragazzino mi conduceva nei luoghi dove si stava realizzando un moderno pozzo. Alla trivella era più che sufficiente perforare pochi metri di terreno e l’acqua sgorgava spontanea. Oggi per la ricerca di acqua, in zone ritenute idonee, è necessario spingersi in profondità superando i 100-200 metri. I più fortunati sono coloro, enti o privati, che la captano senza la presenza di pesticidi. Trovare oggi l’acqua “humile et casta” è cosa rara e difficoltosa. Mio caro, amato San Francesco, noi tuoi connazionali ti abbiamo proclamato “Patrono d’Italia” (ho tanto il dubbio che in questi tempi è un titolo che ti pesa), titolo che i Santi italiani unanimemente ti riconoscono di diritto ma che oggi con te intercedono e pregano affinché l’Italia ritrovi la sua gloriosa storia, superi lo sbandamento e il caos dei nostri giorni. Al titolo di “Patrono” il mondo ha voluto aggiungere quello dell’ecologia. Titolo che in un primo tempo volevi rifiutare per il comportamento sconsiderato dell’uomo nei confronti delle bellezze del creato. Il tuo esempio d’amore per l’opera di Dio illumini l’uomo del 2000. Torni a dominare la purezza dell’ambiente dei tuoi giorni. Torni l’aria pulita, torni il profumo dei campi e dei boschi!

 


 

[11]  Il torrente Ose, meno conosciuto e meno importante degli altri corsi d’acqua citati, nasce nel territorio di Spello e affluisce nel Topino nei pressi di Passaggio di Bettona, scorrendo per una decina di chilometri.

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