05 Aprile 2021

Relazioni

Pierluigi De Angelis
Relazioni

Va da sé che avere buone relazioni è fondamentale per il benessere di ciascuno. Nel passaggio dalla grande città al piccolo centro, occorre però fare i conti con la perdita dell’anonimato.
Le relazioni sociali nelle grandi città si vivono in contesti di persone, spazi e distanze così grandi che la frequentazione e la condivisione di esperienze si vivono in gruppi ristretti e selezionati. Se litighi con una persona, puoi anche scegliere di non vederla più. Impossibile farlo in un piccolo centro come Assisi, dove gli incontri anche casuali sono inevitabili. Di qui quella sorta di “ipocrisia” che si imputa alla vita dei piccoli centri, che tende a silenziare le differenze ed a far sì che personalità diverse non siano continuamente in un acceso conflitto relazionale. Conflitto che in Assisi, invece, si stempera in un “chiacchiericcio” magari arguto e dissacrante: perché conta anche la storia di chi è cresciuto insieme, che lascia una sorta di tolleranza, un sentire comune che infine fa emergere una solidarietà verso gli altri più diffusa e praticata.
Ecco allora che la perdita dell’anonimato, inizialmente anche intrusiva della vita privata, può sancire una appartenenza. Pagato lo scotto di un controllo sociale che non esiste per l’anonimo cittadino della metropoli, ci si stupisce di una nuova, rassicurante facilità nel fruire di relazioni, di condividere consuetudini (un luminoso esempio ne è la grande magia che ad Assisi si crea con il Calendimaggio).
Forse la vera sfida per tutti è trovare l’equilibrio tra questi due aspetti: godere di una forte socialità “di prossimità”, ma non cadere nella chiusura verso ciò che non rientra nel “consueto”, e non limitare la propria libertà nel pensare ed agire anche oltre orizzonti che rischiamo di diventare troppo circoscritti.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Relazioni, plurale, è dal latino relationem, da relatum, participio passato del verbo referre ‘riportare, riferire’. Già in latino relationem aveva due usi principali: giuridico (‘testimonianza, resoconto’) e logico (‘rapporto tra due cose’), e nel corso del tempo il suo utilizzo si estese al linguaggio filosofico e poi letterario. Nel XVII secolo arrivò a designare, per lo più al plurale, i rapporti sociali.

Suggerimento musicale a cura di Ezio Ranaldi

Luciano Rispoli e Gino Latilla si conoscevano ed avevano entrambi un forte senso dello humour- Abilissimi nel “cazzeggio” che praticavano ad ogni incontro, godibilissimi anche se negli ultimi anni della loro vita si sentivano abbandonati dal pubblico e dal successo.

Ascolto: L’ultimo discoEzio Ranaldi

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