30 Maggio 2022

Bisognerebbe chiedere all’assiolo…

Francesca Tuscano
Bisognerebbe chiedere all’assiolo…

Avete mai ascoltato un assiolo? Ha un canto iterativo, dolcissimo, severo, simile a quello del poeta che fu internato tra i pazzi nel paese più democratico del mondo. Forse, anche il suo corpo è formato dal vento, come quello del poeta. Dev’essere così, perché nella notte, dietro il Monte, i suoni sono l’unica cosa che possieda un corpo. Cosa che sanno gli umani che ci vivono, senza saperlo. I pochi umani che ci sono rimasti. Gente ostinata. Si contano, ormai, quelli che ci sono nati (e che meritano un rispetto assoluto per la capacità che hanno dimostrato di non perdere l’amore per i loro luoghi, pur nell’altrettanto assoluta comprensione di chi non è riuscito a rimanere – non è facile vivere dietro il Monte). Tanti quelli che non ci sono nati e ci vivono cercando una risposta. Quando il vento non ha pietà di ciò che è morto, quando la neve è il limite della solitudine, quando la primavera non ha bisogno di feste per celebrarsi, capisci perché qui hanno scelto di viverci cultori della spiritualità orientale, scrittori, poeti, musicisti, pittori, fotografi, e tanti stranieri che restaurano i vecchi mulini e le vecchie case contadine con la passione che mettono nel coltivare seguendo i principi dell’agricoltura biologica (che si è diffusa anche tra tanti degli umani italiani rimasti) – gente qualunque che ha bisogno di un luogo speciale. E qui sta la differenza con il versante opposto del Monte. Nessuno – o quasi, siamo umani! – di chi ha scelto di vivere qui si ritiene speciale. Tutti, però, considerano speciale questo tratto di colline tra i monti. Sarebbe bello che chi sta dall’altra parte del Monte conoscesse quante risorse vivono alle sue spalle. E quanto sarebbe importante conoscere la realtà (più che positiva) di chi non ha avuto bisogno di cementificare per creare agriturismi meravigliosi, di chi ha cura dell’ambiente e del paesaggio perché non sono solo una risorsa economica, ma anche fonte importante di equilibrio tra sé e la natura. Dietro il Monte ci vivono esempi non banali di lavoro e di scelte di vita, che chi abita ai piedi del Monte farebbe bene a conoscere. La Signora della Vita ha una veste verde e grigia, scriveva il poeta che doveva essere pazzo. Ed è così. Le strade possono essere tante, per arrivare alla consapevolezza del canto dell’assiolo, ma alla fine si congiungono in una sola – la percezione della realtà, che è grigia e verde, quando non è resa falsa dall’accumulo e dallo sfruttamento. Un’economia fondata sulla creatività, il restauro dell’esistente, il reale rispetto dell’ambiente naturale non solo è possibile, è addirittura ovvia, se si ri-percepisce la realtà. “Manus animam pinxit/Ho la penna in mano/per scrivere la parola accetta…” – accettare che esista un necessario equilibrio tra la vita che ci prescinde e l’esistenza che il caso ci ha dato, non è misticismo, è buon senso. Quello che ha portato molti a vivere dove vive l’assiolo, e a fare scelte coraggiose e sensate dentro un’economia ancora invisibile ai più (e che potrebbe e dovrebbe essere l’economia del futuro, se si vuole ancora avere un futuro). Quando c’è la luna (e “l’aria spira sotto le mie labbra”) l’assiolo è quasi un corpo. Piccolo, che si confonde con l’ombra. Più d’uno mi ha chiesto come io possa vivere (ormai da sola) nella campagna alle spalle del Monte, nella solitudine delle lucciole. Non rispondo. È troppo difficile e troppo facile da spiegare. Bisognerebbe chiedere all’assiolo. E ad Ezra Pound.

Francesca Tuscano

Francesca Tuscano laureata in Russo, Italianistica e Lingua e Cultura Italiana. Ha scritto di letteratura, teatro, cinema e musica russi. Lavora come catalogatrice di fondi musicali, traduttrice dal russo, librettista.

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